Viaggio sui bus fantasma. Le navette anti ingorgo? Non le prende nessuno

Il Corriere Adriatico a bordo dei mezzi che collegano park scambiatori e centro

Viaggio sui bus fantasma. Le navette anti ingorgo? Non le prende nessuno
ANCONA - Una città a prova di navetta? Forse, ma probabilmente sono gli anconetani che non sono ancora pronti al trasporto intermodale. Corse che viaggiano deserte e...

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ANCONA - Una città a prova di navetta? Forse, ma probabilmente sono gli anconetani che non sono ancora pronti al trasporto intermodale. Corse che viaggiano deserte e parcheggi scambiatori «dove nessuno può sentirti gridare» sono la testimonianza concreta di un Natale in sala decongestionante che stenta a decollare. Abbiamo avuto modo di toccare con mano la situazione sabato sera, durante l’ultimo fine settimana prima delle festività vere e proprie. 

Inizia il tour

Il nostro viaggio parte dal cimitero di Tavernelle, più precisamente dal parcheggio in fondo a via della Marca. Arriviamo intorno alle 16,30 del pomeriggio, temendo già di non trovare posto. Ma i posteggi sono praticamente tutti vuoti. Circa una dozzina le auto in sosta, sparpagliate nel park. Lasciata la macchina, ci approcciamo alla pensilina in attesa della Linea rossa. In perfetto orario, passa a prenderci un grosso bus - sintomo evidente di quanto l’Amministrazione puntasse su questa soluzione - nel quale ci perdiamo noi ed al massimo un altro paio di persone.

Il tragitto

In circa otto minuti siamo già in piazza Cavour, dove il mezzo ci lascia per cominciare la nostra passeggiata nel centro storico. Arrivati in via XXIX Settembre notiamo altre corse, sempre navette, che ci sfrecciano accanto e che paiono tutte inesorabilmente vuote, o quasi. Alle 19 circa, la prima sorpresa. Sempre lungo il boulevard, infatti, una corsa dell’1/4 ci si ferma proprio accanto e non possiamo fare a meno di notare come l’autobus sia pieno. Strano considerando invece la scarsità di utenti sulle navette - gratuite, a differenza degli altri vettori di linea.

A questo punto decidiamo di terminare il nostro viaggio e imbocchiamo la strada del ritorno. Saliamo a bordo della Linea Verde, dal park degli Archi a piazza Caovur. Con noi, un paio di persone. Nell’attesa della partenza approcciamo l’autista e gli chiediamo come è andata la serata.

Dieci persone

«Qui sulla Verde non ho mai visto più di dieci persone alla volta» ci racconta il driver. Che prova anche a fornirci una spiegazione quando gli facciamo notare che invece l’1/4 viaggiava a massima capienza. «Il servizio è organizzato male. La gente non legge il percorso delle navette esposto sulle pensiline e noi non lo mostriamo sul display esterno del bus». La riprova ce la forniscono alcune persone che approcciano l’autista per chiedere lumi sulle fermate della corsa. Arriviamo quindi in piazza Cavour e saliamo sulla Linea rossa per tornare a Tavernelle.

Qui di gente ce n’è un po’ di più: una dozzina le persone in attesa alla fermata. Parliamo anche in questo caso col guidatore, che dice: «Questa linea non ha mai viaggiato sopra il 50% di capienza oggi». E poi ci fa il punto sulla Blu, che ha lasciato poco prima: «Anche meno, quasi vuota». Tra una chiacchiera e l’altra, mettiamo i piedi sull’asfalto del parcheggio di via della Marca alle 20 in punto. Complice il buio della sera, l’atmosfera è più tetra che mai. Parcheggiate ci sono soltanto la nostra auto ed altre due vetture.

Quindi traiamo le conclusioni. I park scambiatori vuoti indicano chiaramente che il problema è sociale ma il fatto che alcuni preferiscano i mezzi a pagamento alle navette gratuite getta un cono d’ombra anche sull’organizzazione: che il problema sia la chiarezza del tragitto? O le poche fermate durante la corsa? Attendiamo risposte.

 

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Corriere Adriatico