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ANCONA - Verrà il giorno della riqualificazione degli Archi. Fino a quel momento, il parco Pacifico Ricci è destinato a rimanere in mano a vandali e pusher. E’ bastato farci un giro ieri mattina per rendersi conto della situazione. Bottiglie rotte, scritte-spray ovunque, avanzi di cibo tra i cespugli, segno che c’è chi di notte dorme qui.
Più inquietanti sono i capannelli di stranieri che confabulano, maneggiano soldi e bustine, si nascondono alla vista dei passanti: tutto lascia pensare a una scena di spaccio. Non la sola. Più in là c’è una ragazza che digita freneticamente messaggi sul cellulare, sembra ansiosa, impaziente. Poco dopo compare un giovane. I due si appartano. Un rapido scambio di saluti, poi prendono direzioni opposte. In questo parco, polmone verde a cavallo tra gli Archi e Capodimonte, la polizia ha ripetutamente arrestato spacciatori, anche di recente. Ma i controlli non bastano mai né servono a porre un freno ai vandali che, appena possono, distruggono.
Per la quarta volta se la sono presa con la targa in memoria di Pacifico Ricci, ogni volta ricollocata al suo posto, a proprie spese, dai familiari dell’ex comandante del Malvina Madre. A denunciare l’atto di vandalismo, l’associazione Arcopolis che, dopo vari progetti, lancia per domenica l’iniziativa Sporcamoce le ma’: appuntamento alle 9,30 per pulire l’area verde, con guanti e tutto il necessario forniti dalla stessa associazione (obbligatorio portare con sé la mascherina). «Il parco si ritrova nuovamente in un completo stato di abbandono ed ostaggio degli spacciatori - dicono da Arcopolis -. Anche la targa in memoria di Pacifico Ricci, pagata dalla stessa famiglia e affissa per la terza volta, è stata rotta dai vandali. Grazie alle nostre segnalazioni, il Comune ha provveduto a una sorveglianza del luogo più frequente mediante l’intervento della polizia. Ha fatto togliere i materassi e altro materiale appartenente ad alcune persone che si sono accampate».
«Ancora, però, dopo quasi tre anni dalla promessa fatta, non ha provveduto ad installare l’impianto di illuminazione necessario per usufruire del parco anche nelle ore buie, né ha mai provveduto alla manutenzione, se non con enorme ritardo e soltanto dopo le nostre segnalazioni.
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Corriere Adriatico