I vaccini antinfluenzali non bastano per tutti: «Nella provincia di Ancona il 30% è tagliato fuori​»

I vaccini non bastano per tutti nella provincia di Ancona
ANCONA - Neppure il tempo di rispondere alla telefonata, e sbotta. «È uno scandalo». Massimo Magi, che rappresenta i medici di famiglia, sotto la bandiera della...

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ANCONA - Neppure il tempo di rispondere alla telefonata, e sbotta. «È uno scandalo». Massimo Magi, che rappresenta i medici di famiglia, sotto la bandiera della Fimmg, subito giustifica l’impeto della sua reazione: «Lei tocca un nervo scoperto: i vaccini antinfluenzali». Un’amarezza che sostiene col peso delle cifre. A perdere. «Nella provincia di Ancona sono 160mila le persone che ne hanno diritto, ma il 30% è stato tagliato fuori». Blocca il conto a poco più di 110mila.

 

«La partita è chiusa - Magi non ci spera più - perché il mercato ne è sprovvisto: i vaccini non si producono in un giorno, ci vogliono mesi». Ed è qui che evidenzia le falle della filiera della prevenzione. Partendo da due dati. «Per quest’anno era stato annunciato un ordine pari a 450mila dosi, cifra che corrisponde alla fornitura storica, alla quale sarebbe stato aggiunto un 20%. Almeno questa era stata la rassicurazione». L’incremento avrebbe trovato la sua ragion d’essere nella grave emergenza sanitaria che costringe il pianeta. «Invece niente - riprende il filo del ragionamento il rappresentante dei camici bianchi - nelle Marche sono arrivate 300mila dosi, qualcuno parla addirittura di 280mila». Sul fronte delle responsabilità non fa sconti: alla precedente giunta Ceriscioli, che ha sottovalutato il fabbisogno; a quella attuale, per aver avanzato promesse a volte insostenibili; alla case farmaceutiche, per aver cercato, con tutta evidenza, mercati più remunerativi. 

Piccoli o grandi non fa la differenza. Resta sullo stesso terreno arido Giuseppe Umberto Cicione. «Ne sono stati consegnati pochi, io sono riuscito appena a vaccinare i bambini che appartengono alle categorie a rischio: cardiopatici, con malattie dell’apparato respiratorio, i più fragili». S’arrende all’evidenza il segretario provinciale Fimp, la Federazione italiana medici pediatri: «C’è stato poco da fare per i piccoli tra i 6 mesi e i 6 anni d’età, per i quali quest’anno la vaccinazione era raccomandata per ridurre la circolazione del virus influenzale fra adulti e anziani in questa fase pandemica». Ma non intende cedere al pessimismo: «È stato promesso l’arrivo di 100mila dosi di Fluenz Tetra, si tratta di virus vivo inattivato, con Dna ricombinante, con somministrazione spray nasale. Sono sempre due dosi a distanza di quattro settimane». Ne ammette i limiti: «Si può usare solo dai due anni in su e ha una minore efficacia rispetto al tradizionale Fluarix». Soprattutto si domanda: «Arriveranno prima del virus influenzale?». Dribbla le polemiche: «Lo spero tanto, per la salute dei nostri bambini». E dei loro nonni.



Niente. Neppure una dose, le farmacie sono rimaste a secco. «Ad Ancona e dintorni, come in tutte le Marche». Andrea Avitabile, presidente provinciale e regionale di Federfarma, sistema i tasselli della storia. «I vaccini sono stati tutti opzionati dalle Regioni e, quando siamo andati ad acquistarli, sul mercato non ce n’erano più». Ricorda, anche lui: «Nelle Marche è arrivato un numero di dosi inferiore al fabbisogno». Giunge alla sintesi: «Non siamo riusciti neppure a ottenere quell’1,5% che ci era stato promesso da Palazzo Raffaello, in virtù di un accordo raggiunto in conferenza Stato-Regioni». Avitabile è in linea con Magi: «Partita chiusa». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico