ANCONA - Far ripartire quanto prima il cantiere. Ecco quello che vuole l'amministrazione comunale e la stessa ditta Santarelli proprietaria dell'area che un tempo ospitava...
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Insomma, unire le forze per evitare che il sogno di un quartiere residenziale in pieno parco del Cardeto svanisca nel nulla. L’Amministrazione comunale si è detta disponibile a sostenere sia l'impresa che il pool di banche ad essa collegata per quello che riguarda l'aspetto urbanistico. La riprova, la variante che dovrebbe sganciare i poliambulatori dal resto del complesso dell’Asur i cui lavori di ristrutturazione potrebbero partire in breve tempo dato che l'appalto è già stato affidato. Una volta rimossi gli standard urbanistici la cosa dovrebbe scivolare via senza intoppi.
Nel frattempo la città attende con ansia il recupero dell'intera area che un tempo ospitava i padiglioni dell'Umberto I. Tra palazzine recuperate e complessi costruiti ex novo l'offerta di certo non manca. L'intera area si caratterizza da una strada principale che è la stessa che attraversava la cittadella ospedaliera. Dove un tempo c'erano i padiglioni di urologia, medicina e malattie infettive ora sorgono dei complessi con i mattoncini a vista. In alcune palazzine c'è l'ascensore esterno che seguendo il progetto arriva direttamente in giardino. Stabili pronti per essere abitati dove non mancano infissi nuovi di zecca.
Il colpo d'occhio è senza dubbio positivo. Ottime le rifiniture realizzate in due complessi di recente costruzione. La facciata è rivestita con legno chiaro a listoni tonalità che ben si addice al resto dell'immobile. Costruzioni di pregio con tanto di garage realizzate lungo il tratto terminale della strada che poi termina nel piazzale che un tempo ospitava il reparto di dermatologia. Se da una parte si è potuto costruire, in altri punti la ditta ha dovuto seguire specifiche indicazioni paesaggistiche.
I lavori sono stati sospesi tempo addietro. Il che di fatto ha portato al blocco del cantiere. Un paio di gru sono rimaste in zona così come i ponteggi mentre buona parte del materiale è stato messo in sicurezza per evitare ammanchi e ruberie di vario genere. Alcune palazzine risultano abbandonate come quella che ospitava il reparto di gastroenterologia, la radiologia, l'ortopedia e la rianimazione. Una volta tolti gli arredi, si è pensato a murare porte e finestre in previsione dei lavori di ristrutturazione che al momento non hanno interessato questi padiglioni. Recuperare l'intera area e restituirla alla città. Ecco quello che vuole l'azienda proprietaria del complesso, l'amministrazione comunale così come gli stessi anconetani che di tutto hanno bisogno tranne che dell'ennesima incompiuta nel centro città. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico