Gianni travolto e ucciso da un furgone sulla strada-trappola per i pedoni mentre raggiungeva gli amici al circolo

I rilievi della polizia locale sul luogo dell'incidente
ANCONA - Stava raggiungendo gli amici al circolo, come ogni pomeriggio. Una partita a carte, quattro chiacchiere, un bicchiere di vino. Era appena uscito di casa quando è...

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ANCONA - Stava raggiungendo gli amici al circolo, come ogni pomeriggio. Una partita a carte, quattro chiacchiere, un bicchiere di vino. Era appena uscito di casa quando è andato incontro ad una morte atroce. E’ stato investito da un furgone all’imbocco di via Martiri della Resistenza, a pochi metri dalla rotatoria di piazzale della Libertà, fuori dalla galleria del Risorgimento, una strada davvero insidiosa per i pedoni, come dimostrano i tanti investimenti avvenuti nel tempo.


Sull’asfalto, i segni di una breve frenata. E sangue, tanto sangue. Una scena macabra, sotto lo sguardo sconvolto di decine di automobilisti e pedoni, tutti a coprirsi gli occhi, a farsi il segno della croce, a chiedersi di chi fosse quel corpo straziato a margine della carreggiata, accanto al marciapiedi. Poi, le urla disperate di un ragazzo. 
«Ma chi è? No, non può essere lui, non ci credo, non è vero!». Fino all’ultimo ha sperato che quell’uomo coperto da un telo bianco non fosse il nonno, Gianni Volterra, 80 anni. E’ morto sul colpo. Quando i soccorritori del 118 sono intervenuti con l’automedica e la Croce Rossa, in pochi minuti, ormai non c’era più nulla da fare. Devastanti le lesioni riportate dal pensionato alla testa, schiacciata dalle ruote di un furgone Iveco di colore bianco condotto da un 65enne che ha subito inchiodato e chiamato i soccorsi quando si è accorto di quello che era accaduto. Subito il traffico è andato in tilt in un orario di punta (erano le 17,30) e anche per questo sono sopraggiunte cinque pattuglie della polizia locale per regolare la circolazione.

 

Le urla dei parenti
Il conducente, alla guida del furgone attrezzato intestato ad una tappezzeria nautica di Porto San Giorgio (sequestrato come avviene di routine in caso di incidenti mortali), ha atteso l’arrivo dei vigili urbani, poi è stato accompagnato all’ospedale di Torrette per essere sottoposto agli esami alcolemici e tossicologici, quindi al Comando delle Palombare per fornire la sua versione. Le lacrime e le grida disperate dei parenti dell’ottantenne ucciso in strada hanno fatto da straziante colonna sonora ai rilievi della polizia. Sono arrivati i figli Arianna, Andrea e Federico (quest’ultimo gestiva una tabaccheria in via Fanti), ma a fare la tragica scoperta, quasi per caso, è stato il nipote: sembra sia stato avvertito dalla madre, che era passata poco prima da quelle parti e aveva notato l’investimento, senza sapere ancora che si trattava del loro congiunto. Il signor Volterra era appena uscito dalla sua abitazione di via Bocconi e stava andando a prendere l’autobus alla fermata di via Martiri della Resistenza per raggiungere gli amici al circolo 14 Febbraio di via Persiani, al Piano. «Non avrebbe mai attraversato la strada al buio, cammina sempre sulle strisce pedonali» diceva la figlia, in lacrime, senza avere il coraggio di avvicinarsi al corpo dell’amato papà.

Saranno gli agenti della polizia locale a ricostruire con precisione la dinamica dell’incidente, dopo aver ascoltato il conducente del furgone, nella speranza di reperire testimoni. Sembra, infatti, che nessuno abbia assistito in diretta alla tragedia e chi si è fermato è arrivato qualche istante dopo. Se così stanno le cose, sarà prezioso il contributo delle telecamere della zona, al vaglio degli inquirenti. Per ora, si ragiona per ipotesi. L’ottantenne potrebbe aver attraversato la strada ed essere stato centrato dal furgone, ma non ci sono segni né sul parabrezza né sul cofano. Potrebbe essere stato urtato da un’altra auto per poi essere scaraventato sotto le ruote del veicolo. Oppure, ipotesi che al momento sembra la più verosimile, potrebbe essere caduto sulla trafficatissima carreggiata mentre camminava sul marciapiede, a seguito di un malore o dopo essere inciampato, finendo sotto le ruote del furgone. In ogni caso, si è trattato di un evento improvviso, a giudicare dal fatto che sull’asfalto ci sono minimi segni di frenata, peraltro ad impatto avvenuto.

I cartelli stradali

Un altro elemento su cui dovranno far chiarezza i vigili riguarda la corsia su cui viaggiava il conducente del furgone, la prima a destra che, dalla salita dei vigili del fuoco, immette su via Martiri della Resistenza e conduce poco dopo in piazzale della Libertà: una corsia preferenziale per autobus e taxi, così indica un cartello stradale, anche se nel tratto iniziale le strisce gialle non ci sono e in quello successivo la segnaletica orizzontale è quasi cancellata. Poteva transitare il furgone su quella corsia? Ma prima ancora, come ha fatto il signor Volterra a finire sotto le ruote del mezzo, in un punto privo di strisce pedonali? Una tragica fatalità? A chiarirlo saranno gli accertamenti degli inquirenti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico