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ANCONA Non luogo a procedere. Ovvero: il processo non si fa, almeno per ora. È terminato con un nulla di fatto il procedimento incardinato dalla procura contro due studenti Erasmus di origine spagnola, finiti sotto accusa per ricettazione. In casa loro, in via Piave, la polizia - era l’8 marzo del 2020, pieno lockdown - aveva trovato due cartelli stradali rubati: uno che indicava l’obbligo direzionale e l’altro i “lavori in corso”.
Le funzioni
Il primo era stato messo a ridosso dell’appartamento per indicare la strada del party che andava in scena quella notte, tra musica a tutto volume e qualche drink di troppo.
Per la precisione, l’articolo 420 quater del Codice Penale, con cui sostanzialmente il giudice - di fronte alla nullità delle notifiche e alla non conoscenza degli imputati del processo a loro carico - emette una sentenza di non luogo a procedere. Il procedimento viene “congelato” e, in caso, riprenderà nel momento in cui verranno trovati i due spagnoli che, ovviamente, non sono più in Italia. Erano difesi d’ufficio dagli avvocati Elisa Pavoni e Joseph Borgiani.
Quella sera, la polizia era entrata nell’appartamento di via Piave, poiché i vicini avevano segnalato la musica a tutto volume e probabili assembramenti in un momento in cui era persino vietato uscire di casa. Gli agenti della questura avevano provveduto a denunciare otto ragazzi a vario titolo il disturbo arrecato alle persone, per la violazione del Dpcm sulle norme per contenere il contagio e per la ricettazione, contestata solo a due spagnoli. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico