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ANCONA - Code interminabili, traffico congestionato, fermate iperaffollate, bus stracarichi (solo all’80%?). Nel calderone dei disagi del primo giorno di scuola, mettiamoci pure le lezioni a singhiozzo di alcuni istituti che hanno dovuto fare i conti con l’adesione di una ridotta fetta di insegnanti allo sciopero indetto dall’Anief contro il Green pass, inscenato davanti alla sede dell’Usr di via XXV Aprile.
Alla media Pascoli, emozioni in differita di due ore per gli alunni di una classe alle prese con l’assenza di una prof: sono entrati alle 10. In vari istituti sono saltate delle ore di lezione per via degli insegnanti che hanno incrociato le braccia.
Le distanze
Banchi distanziati, mascherina sempre fino al naso (anche durante le lezioni), percorsi separati, check della temperatura all’entrata, gel igienizzante: per gli 8.200 studenti anconetani rientrare in classe, ieri, è stato come un tuffo nel passato, nell’era del Covid pre-Dad. Al rigido rispetto delle distanze nei plessi hanno fatto da contraltare gli assembramenti all’esterno, in particolare nelle scuole elementari, come alla Leopardi, dove nutriti gruppi di genitori si dono ritrovati ammassati sulle scalinate ad aspettare i figli.
Qui il problema è stato anche il traffico: i vigili urbani hanno dovuto chiudere via Veneto, attorno alle 13, per favorire il deflusso delle auto. Automobilisti in coda per 20-30 minuti, in concomitanza con la prima campanella, anche in via Michelangelo - per raggiungere il liceo classico Rinaldini e l’artistico Mannucci -, nella galleria del Risorgimento e, in corrispondenza del termine delle lezioni, in via Bocconi e via Martiri della Resistenza, dove confluiscono anche gli studenti del Savoia-Benincasa che rientrano a casa in autobus.
I trasporti
Grande affollamento anche alle fermate: impossibile rispettare le distanze negli orari di punta. Super affollati anche i bus che possono circolare con un carico massimo dell’80%: in alcuni pullman del tragitto extraurbano i giovani si sono ritrovati a viaggiare seduti sulle pedane, nonostante l’incremento di mezzi da parte delle aziende di trasporto locale e la presenza di controllori e steward a terra, nelle fermate più affollate. «Cerchiamo di restare sotto la soglia dell’80% della capienza», spiegava ieri un verificatore di Conerobus alla fermata di via Martiri, mentre si sbracciava per impedire a un gruppo di studenti di salire sul bus già pieno. «Ma non è per niente semplice...». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico