Neonata muore a 4 giorni dal parto, si farà l'autopsia. La gemellina è ricoverata al Salesi

Il pronto soccorso dell'ospedale pediatrico Salesi
ANCONA - Tutto in quattro giorni. Il primo vagito e l’ultimo respiro, è stato come un battito d’ali per quell’angioletto venuto al mondo insieme alla sua...

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ANCONA - Tutto in quattro giorni. Il primo vagito e l’ultimo respiro, è stato come un battito d’ali per quell’angioletto venuto al mondo insieme alla sua sorellina. Indivisibili per 35 settimane, poi una delle due gemelline è tornata in cielo.

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La notte tra sabato e domenica è arrivata, alle 3,30, al Pronto Soccorso del Salesi in arresto cardio-respiratorio. Inutile è stato ogni tentativo di tenere aggrappata alla vita quel minuscolo essere. 


I soccorsi 
Le manovre, concitate, per rianimare la piccina erano iniziate nella casa, la sua, che l’ospitava da neppure un giorno: la mamma e le sue bambine, nate 2-3 settimane prima del termine, erano state dimesse la mattina. Con la mano armata dall’esperienza e dalla disperazione, la madre, che è una giovane infermiera anconetana del 118, riversa su quel corpicino tutte le cure che sa, costretta a compiere su sua figlia i gesti della sua professione. E così è stato fino all’arrivo dell’ambulanza, a bordo della quale continuava a ripetersi quella liturgia salvavita. «È giunta da noi in arresto cardio-respiratorio. Ero lì, di turno».

Elisabetta Fabiani, responsabile del pronto soccorso dell’ospedale pediatrico dorico, tenta di schermare la commozione con i tecnicismi. «Un neonato non ha tante armi a disposizione. La situazione, quando è così disperata, precipita subito». Ripassa con la mente ogni gesto di quella notte: «Insieme ai colleghi rianimatori è stata effettuata la terapia farmacologica e proseguita fino all’ultimo la rianimazione cardio-polmonare, già avviata a casa dalla mamma prima e dal personale del 118 poi. Tre cicli scanditi per quasi un’ora». Niente. Ora si attende di conoscere gli esiti dell’autopsia, che non è stata ancora fissata. Rispetta un copione che non si vorrebbe mai affrontare, la Fabiani. «L’arresto cardio-respiratorio è l’esito finale di una catena di eventi successivi a una serie di cause». Un muoversi, ancora, al buio che ha reso inevitabile il ricovero dell’altra gemellina. «Una decisione cautelativa, ma necessaria per monitorare le sue condizioni». 


I sospetti 


È stato il padre ad accorgersi che qualcosa non andava. Un controllo, del tutto casuale, in quella culla che s’era animata da appena poche ore. Insospettito dal pallore della sua piccola, ha subito avvertito la moglie, che ha consuetudine nell’affrontare le emergenze. Ma la sorte era già segnata: il respiro s’era fermato così come il cuore. La Fabiani torna a dire: «Era nata prematura, dopo 35 settimane di gestazione, ma tutto si è svolto regolarmente». Ripete, come se anni di corsia non bastassero davvero mai. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico