Carezze e abbracci hot al corso di formazione: tutor finisce a processo

Carezze e abbracci hot al corso di formazione: tutor finisce a processo
ANCONA  - Sfioramenti, carezze e l’invito a farsi le coccole a vicenda. Sono queste le accuse, confluite nel reato di violenza sessuale, che la procura ha attribuito a...

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ANCONA  - Sfioramenti, carezze e l’invito a farsi le coccole a vicenda. Sono queste le accuse, confluite nel reato di violenza sessuale, che la procura ha attribuito a un 64enne pesarese, tutor di una società che tiene cosi di formazione in ambito aziendale. L’uomo, difeso dall’avvocato, Mauro Mengucci, è stato ieri rinviato a giudizio dal gup Francesca De Palma. Dovrà affrontare il processo che partirà il 5 ottobre del 2023. La vittima, una 46enne, si è costituita parte civile con l’avvocato Laura Versace. 

 

 


La ricostruzione


I fatti risalgono all’agosto del 2021. Nella ditta del settore alimentare dove lavorava la donna c’era un corso di formazione, appaltato a una ditta esterna. Come tutor c’era l’imputato. Le molestie sarebbero avvenuto quando i due erano soli in una stanza. Avrebbero dovuto parlare dei test affrontati in precedenza dalla dipendente. E invece, sostiene la donna, il rapporto professionale sarebbe sfociato in qualcosa di più. La vittima ha raccontato agli inquirenti di essere stata importunata dal 64enne: in particolare lui le avrebbe accarezzato insistentemente le gambe, arrivando a toccarle la zona dell’inguine. Inoltre, sempre secondo la versione accusatoria, lui le avrebbe chiesto di scavallare le gambe e l’avrebbe abbracciata con forza, fino a sollevarla da terra. Quando in stanza era entrato un collaboratore, la donna era poi riuscita a divincolarsi. Una volta ripresa dallo choc, era andata dalle forze dell’ordine per denunciare quanto subito.


L’imputato ha scelto di procedere con il rito ordinario sicuro di poter smontare le accuse nel corso del dibattimento. Rigetta infatti le contestazioni mosse dalla procura: si sarebbe sempre mantenuto sul piano professionale, rispettando i rispettivi ruoli. Sarà ora il collegio penale a stabilire l’illiceità o meno di quei comportamenti. 

 

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Corriere Adriatico