Simonella: «Allungare i binari in porto è essenziale per potenziare i traffici». Rossi: cinque progetti per lo sviluppo

L'assessore Ida Simonella
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ANCONA - Un’azione «essenziale» per favorire il trasporto merci su treno dal porto. La trasformazione dell’assetto logistico delle banchine è stato concretizzata dall’assessore al Porto, Ida Simonella, in una fotografia dove ha messo in fila le diverse mosse in atto nell’area commerciale dello scalo.

 

 

 

A partire dall’ultimo voto favorevole del consiglio comunale al progetto di allungamento dei binari ferroviari sulla nuova darsena. 

Il significato
«Avere un binario di formazione treno di una certa lunghezza significa poter formare treni blocco più lunghi, aumentarne la redditività, abbassarne il costo unitario (e le tariffe) per carri e unità trasportate. Praticamente - sottolinea la Simonella - serve a rendere più competitivo il treno in relazione alla soluzione stradale. Che è il motivo principale per cui il trasporto su ferro non decolla ed è invece auspicato a tutela dell’ambiente. Altre azioni vanno fatte perché concretamente possa svilupparsi, ma questa è essenziale. La delibera è passata grazie al voto favorevole dei consiglieri di maggioranza e dei consiglieri Rubini e Quacquarini. Gli altri, in particolare quelli che vogliono addirittura il ministero per la transizione ecologica, no». 


La trasformazione del porto è stata al centro dell’incontro online del Club Rotary Ancona Conero, presieduto dall’avvocato Paolo Pauri, con la relazione di Alberto Rossi, presidente della Frittelli Maritime Group e armatore della compagnia Adria Ferries, dal titolo “Il porto di Ancona. Dalla visione alla realtà” incentrata sui “Cinque progetti per il nostro porto”. Rossi ha ripercorso passato, presente e futuro del porto, elogiando l’operato dell’Autorità Portuale e del presidente Rodolfo Giampieri negli ultimi anni. «Nell’ultimo quarto di secolo, da quando cioè sono state create le Authority, sono sempre stato nel Comitato portuale e ogni presidenza ha avuto le sue caratteristiche. Quella di Giampieri ha consolidato come mai prima d’ora il rapporto con la città e l’interlocuzione con gli Enti preposti e le Istituzioni». Rossi ha illustrato poi ai soci cinque progetti dell’Autorità Portuale «da subito cantierabili e pronti per essere realizzati».

 

La realizzazione al molo Clementino di una nuova banchina per navi da crociera fino a 300 metri. «Ad oggi infatti possono attraccare navi di massimo 260 metri, anche a causa del basso fondale: 10 metri contro i 20 di Venezia ad esempio. Fattori che limitano fortemente lo sviluppo del settore cruise» è stato sottolineato. «La realizzazione di una nuova banchina presso lo stabilimento di Fincantieri, che verrebbe così ampliato e potenziato. Un’opera da 80 milioni, che verrebbe finanziata per metà con fondi pubblici e per metà privati. Il trasferimento dei traghetti dalla banchina del porto storico all’area ex Silos, nelle banchine 19-21, intervento che rientra nel più ampio progetto del waterfront. L’abbattimento dei silos e infine i dragaggi dei fondali (anche nel porto commerciale e in quello turistico) oltre a manutenzioni ordinarie e programmate «per rendere lo scalo competitivo ed efficiente. Il dragaggio è fondamentale per accogliere navi con maggior tonnellaggio e potenziare il traffico merci e container». 


La prospettiva


Riguardo il porto storico, l’imprenditore Rossi ha evidenziato un’altra criticità: «E’ dimensionato su navi di 40 anni fa e questo ne vincola le prestazioni andando a creare di fatto un collo di bottiglia per le attività da portare avanti». Spazio anche al tema delle della dovuta sintonia con la Regione Marche e con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e alla centralità degli yacht come contributo allo sviluppo dell’economia locale anche in ottica di destagionalizzazione dei servizi. «Nel nostro porto storico può approdare anche uno yacht da 180 metri senza problemi, il più grande al mondo - ha ricordato l’armatore, anche campione mondiale di vela d’altura - ci sarebbero potenzialità incredibili in questo senso, potremmo ricorrere alle banchine inutilizzate per questo tipo di imbarcazioni di lusso ma è necessario implementare prima le infrastrutture stradali e ferroviarie». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico