ANCONA - Rischiano di restare con un pugno di mosche in mano decine di anconetani vittime della presunta maxi truffa dei diamanti. Al tribunale di Milano, il curatore fallimentare...
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La class action
Una beffa per i risparmiatori, che si sono rivolti ad Adiconsum Marche per far valere i propri diritti attraverso una class action, anche perché il credito sarà liquidato solo se il fallimento sarà capiente. Nella sua proposta il curatore stesso lascia intendere, in un passaggio, che le chance di recupero sono esigue. Nella presunta maxi truffa da oltre 500 milioni sulla vendita di diamanti a prezzi gonfiati, con la complicità di alcune banche, sarebbero finite 297 vittime, tra cui diversi vip, come la rockstar Vasco Rossi (per 2,5 milioni di euro), la presentatrice Federica Panicucci (54mila euro) e la showgirl Simona Tagli, e numerosi investitori privati, tra cui diversi anconetani che si erano rivolti alla Dpi (Diamond Private Investment) con sede alla Baraccola e amministrata dall’imprenditore 65enne Maurizio Sacchi o alla stessa Idb, dichiarata fallita nel gennaio 2019. Secondo gli inquirenti, le pietre preziose venivano piazzate ad almeno il doppio del loro reale valore con un meccanismo - ancora da dimostrare - basato su inserzioni pubblicitarie spacciate per quotazioni di mercato e pubblicate nelle pagine dei listini di Borsa su importanti quotidiani economici.
Le indagini
Il presunto raggiro nazionale, portato alla luce nel 2016 dalla trasmissione Report, ha coinvolto 5 istituti di credito, di cui tre, presenti nelle Marche, oggetto di ristrutturazioni bancarie che li hanno resi immuni dalle rivendicazioni dei risparmiatori. Il gip di Milano ha concesso sequestri fino a 328 milioni nei confronti della Idb, 253 a carico della Dpi e 162 per le 5 banche accusate di aver piazzato sul mercato i diamanti come bene-rifugio dagli ottimi rendimenti, senza informare i clienti che il guadagno sarebbe stato eroso da commissioni bancarie, margini delle società venditrici e Iva.
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Corriere Adriatico