Un topo in sala professori: scuola chiusa, alunni a casa

Niente lezioni per 150 studenti della media Fermi a Torrette. Sanificazione e trappole

Un topo in sala professori: scuola chiusa, alunni a casa
ANCONA - Tutti a casa, c’è Mickey Mouse. Giornata lontani da scuola, ieri, per i 150 studenti delle 7 classi della scuola media Fermi di Torrette, sfrattati da uno...

Continua a leggere con la nostra offerta speciale:

X
MIGLIORE OFFERTA
ANNUALE
19 €
49,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1 €
4,99€
Per 3 mesi
SCEGLI
2 ANNI
40 €
99,98€
Per 2 anni
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ANCONA - Tutti a casa, c’è Mickey Mouse. Giornata lontani da scuola, ieri, per i 150 studenti delle 7 classi della scuola media Fermi di Torrette, sfrattati da uno spavaldo roditore che si aggirava indisturbato per il plesso di via Metauro. L’allarme è scattato intorno alle 7, quando il personale di servizio ha notato la presenza di uno o più animali nei pressi dell’ingresso, all’esterno della sala professori. La prima campanella non era ancora suonata anche se alcuni studenti stavano già arrivando a scuola.

 


La cautela 

 


La preside Lorella Cionchetti ha ioptato per la via della cautela, fermando l’attività didattica per permettere l’intervento degli specialisti. Intorno alle 8, l’arrivo della squadra del Comune. Ad assisterli anche i sanitari dell’Ast e i tecnici di Anconambiente e di una ditta di disinfestazione. Circa 25 persone che si sono subito messe a caccia del roditore. Nonostante la perlustrazione meticolosa, non si è riusciti a stanarlo. Già mercoledì mattina c’era stato un preallarme, una segnalazione che aveva portato alle Fermi i tecnici del Comune per una prima ispezione, senza riscontri. Ieri mattina l’ennesimo incontro ravvicinato ha fatto scattare l’allarme. Una vera e propria caccia al roditore in più fasi. Durante le verifiche, i funzionari del Comune hanno notato la scarsa tenuta del piano inferiore dell’edificio. Uno stabile indipendente dalle Fermi, sede del Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti. Probabilmente è da qui che il topo è entrato. Ma come è arrivato al piano di sopra? La risposta potrebbe stare nei giunti che collegano i vari corpi dell’edificio e in alcune intercapedini. Assieme ad una sanificazione completa effettuata da Anconambiente e alla bonifica del verde circostante, in alcune stanze della scuola - laboratori posti in un’ala dell’istituto temporaneamente sigillata - sono state piazzate delle trappole. Niente veleno, soltanto congegni meccanici che una volta azionati trattengono l’animale, evitando che possa andare a morire altrove (come succede coi topicidi). La soluzione permetterà ai ragazzi di tornare in classe questa mattina. Rimarrà invece chiuso a scopo precauzionale e almeno fino a martedì il Centro Provinciale per l'Istruzione degli Adulti.


Il Comune 


«Non abbiamo ritenuto di dover chiudere la scuola, i ragazzi potranno tornare in classe» dice l’assessore alle Politiche educative, Antonella Andreoli. «È intervenuta anche l’Ast ed è per questo che siamo tranquilli - spiega -. Sono intervenuti tutti gli uffici del Comune, un totale di 25 persone. Sono stati controllati tutti gli ambienti e abbiamo scelto di interdire due spazi. Continueremo il monitoraggio fino a quando i segnali della presenza di animali non saranno scomparsi». «Non appena abbiamo avuto contezza dell'avvistamento abbiamo avvisato il Comune - racconta la dirigente Lorella Cionchetti - e ho scelto di non far entrare i ragazzi in classe, per sicurezza». 

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico