Terminal passeggeri al porto di Ancona: ora un progetto da 20 milioni

Terminal passeggeri al porto: ora un progetto da 20 milioni
ANCONA «Il governatore Francesco Acquaroli me l’ha detto chiaro: il porto dovrà essere la priorità numero uno e sui progetti dobbiamo andare...

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ANCONA «Il governatore Francesco Acquaroli me l’ha detto chiaro: il porto dovrà essere la priorità numero uno e sui progetti dobbiamo andare spediti». L’ormai nota filiera istituzionale Governo-Regione-Comune ha il suo primo banco di prova. Il sindaco Daniele Silvetti traccia la rotta per il new deal dello scalo dorico, mettendolo in cima alla sua agenda di mandato. 

 


Il documento


Ieri è stato uno dei temi cardine della sua arringa in Consiglio comunale, durante la quale ha illustrato le linee programmatiche che seguirà per i prossimi 5 anni (con tanto di incidente diplomatico perché il documento è stato pubblicato - e rimosso a stretto giro - sul sito del Comune prima della sua approvazione in aula, con buona pace del galateo istituzionale per le opposizioni).


La stazione marittima


«Per noi è centrale la riapertura della stazione marittima - mette in fila le milestones - in un colloquio avuto con il presidente dell’Autorità portuale Garofalo, ho appreso che si sta completando l’iter di approvvigionamento dei fondi necessari con Cassa depositi e prestiti per il business plan necessario e hanno individuato, per la realizzazione di massima della nuova stazione marittima, la location dell’ex fiera della pesca». Un uso delle parole che ha lasciato spazio a più di un’interpretazione. Per gli anconetani, infatti, la stazione marittima è quella dei treni, la fermata sotto la sede di Bankitalia dismessa dal 2015. 


Il misunderstanding


Tanto che anche l’ex assessora al Porto Ida Simonella, nel suo intervento in aula, osserva come «abbiamo appreso che la riapertura della stazione marittima non avverrà sotto la città, ma in un altro nodo di interscambio all’altezza degli Archi. Erano tutte promesse elettorali». In realtà, il progetto che verrà realizzato all’ex fiera della pesca, nell’area del parcheggio dei tir e dell’auditorium, è quello per la biglietteria, il terminal passeggeri già previsto dal piano portuale. «Abbiamo avviato con Cassa depositi e prestiti - spiega il presidente dell’Authority Vincenzo Garofalo - una collaborazione per verificare le modalità di finanziamento, che potrebbero essere un mix tra pubblico e privato, in base al business plan». Un progetto che, secondo lo studio di fattibilità realizzato anni fa, avrebbe un costo da 20 milioni di euro.

Quanto alla stazione marittima intesa come fermata dei treni, «riaprirla resta una nostra priorità assoluta - prosegue Silvetti -. Magari si potrebbe utilizzare un solo binario, anziché i 4-5 che ci sono al momento». La stazione si inserirebbe infatti nel più ampio progetto della metropolitana di superficie che dovrebbe collegare la cosiddetta Grande Ancona: «Da Falconara prosegue per la stazione centrale di Ancona, la stazione marittima, e raggiunge la Riviera del Conero, nella stazione dell’Ikea», definisce il tracciato il sindaco. Che poi torna ad inanellare uno dietro l’altro tutti i progetti che devono trasformare il volto del porto: in primis, la penisola da 270 milioni di euro tra le banchine 27 e 28. 


La lista della spesa


A questo proposito, entro metà settembre Acquaroli e Silvetti incontreranno di nuovo il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi proprio per iniziare a dare forma al progetto che, in campagna elettorale, il sindaco aveva detto realizzabile in 5 anni. Da portare a casa in tempi decisamente più brevi è invece lo spostamento dell’attracco dei traghetti nell’area dove un tempo c’erano i silos, dalla banchina 19 alla 21: «C’è una situazione di degrado importante in quell’area - fa notare il primo cittadino - e dobbiamo assolutamente accelerare l’operazione facendo partire i bandi». Nella lista della spesa calata sul porto ci sono infine i due macro progetti del Molo Clementino - da trasformare in attracco per le grandi navi da crociera con un costo da 22 milioni di euro - e il Lungomare Nord, ancora, dopo 4 anni, in attesa della Valutazione di impatto ambientale. E qui, premere sull’acceleratore sarebbe proprio il caso. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico