Tatuaggio a un 16enne, l’ira dei genitori ad Ancona: «Ti uccidiamo, dacci i soldi». Condannati

Tatuaggio a un 16enne, l’ira dei genitori: «Ti uccidiamo, dacci i soldi». Condannati
ANCONA «Ti uccidiamo, devi darci i soldi per far togliere a nostro figlio il tatuaggio che gli hai disegnato senza il nostro consenso». È il tenore delle...

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ANCONA «Ti uccidiamo, devi darci i soldi per far togliere a nostro figlio il tatuaggio che gli hai disegnato senza il nostro consenso». È il tenore delle minacce che due genitori, romeni e residenti a Falconara Marittima, avevano pronunciato nei confronti di un tatuatore, accusato di aver disegnato sul braccio del figlio adolescente. Un tatuaggio, sostenevano, eseguito senza il loro consenso, necessario quando si tratta di clienti minorenni. Per quelle minacce e la pretesa dei soldi, i genitori del ragazzino - lui 45 anni e lei 40 - sono finiti a giudizio davanti al collegio penale con l’accusa di estorsione in concorso.

 

La pena

Ieri mattina, i giudici hanno condannato gli imputati a scontare quattro mesi di reclusione ciascuno, pena sospesa, derubricando il reato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Erano difesi entrambi dall’avvocato Michele Carluccio. Effettivamente, riconoscendo lo sbaglio, il tatuatore aveva versato alla famiglia 900 euro, soldi necessari alla rimozione del disegno impresso sull’avambraccio nel dicembre del 2018. Il tatuaggio era costato al minorenne, che allora aveva 16 anni, 200 euro.

I fatti

Stando a quanto emerso in udienza, quando il ragazzino era tornato a casa dopo la seduta del tatuatore, era scoppiato il putiferio. I genitori, infatti, non avevano approvato la scelta del figlio di tatuarsi. E l’artista, secondo il quadro emerso dalle indagini, non si era preoccupato di guardare il documento del giovane cliente. Andati su tutte le furie, i genitori - prima la madre, poi il padre - si erano presentati al salone del tatuatore. C’erano state le minacce e la pretesa di avere i soldi per cancellare il disegno proibito. «Guarda che ti ammazziamo, devi ridarci i soldi. Senza fare troppi casini, questa storia si può risolvere» avevano detto gli imputati alla vittima, che si era rivolta ai carabinieri della Tenenza di Falconara. Da una parte, aveva sporto denuncia. Dall’altra si era visto costretto a risarcire la famiglia con 900 euro.

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Corriere Adriatico