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ANCONA Un’ondata di seimila solleciti di pagamento, relativi alla Tari degli anni tra il 2017 e il 2020, ha consentito al Comune di recuperare per ora circa un milione di euro. Ma se molti contribuenti si sono affrettarti a pagare la tassa dei rifiuti non versata nei quattro anni in questione, senza battere ciglio davanti agli avvisi recapitati da Ancona Entrate a partire dal febbraio scorso, ce ne sono altri che ritengono di essere in regola con le annualità pregresse o comunque di non comprendere bene il motivo dei solleciti, che riguardano somme sui 150-200 euro, ma con importi anche maggiori.
Così si sono rivolti all’associazione dei Consumatori Adiconsum, che in una nota fa sapere di aver ricevuto «numerose le segnalazioni di disagi per gli avvisi trasmessi da Ancone Entrate Srl con scadenza 30 giugno 2022, con richiesta ai contribuenti di ulteriori pagamenti per le annualità pregresse dal 2017 al 2020». Gli avvisi, a parere di Adiconsum Marche, difettano di motivazione, «non essendo agevole comprendere, dal contenuto dell’atto le motivazioni della maggior pretesa».
L’accesso agli atti
L’associazione dei consumatori, per fare chiarezza, ha formalizzato alcune osservazioni, «che non sembrano essere condivise dalla dirigenza di Ancona Entrate», la società costituita dal Comune per la gestione e riscossione delle entrate.
Gli avvisi annullati
«Finora si sono rivolti alla nostra associazione una decina di contribuenti - spiegava ieri Francesco Varagona, presidente di Adiconsum Marche -. Tutti gli avvisi da noi reclamati sono stati annullati in quanto gli avvisi sono risultati errati».
Il Comune ieri, tramite l’assessore al Bilancio Ida Simonella, teneva a precisare che quella avviata da Ancona Entrate è una doverosa operazione di recupero della Tari non pagata, senza per altro alcun aggravio, neanche degli interessi. «È una sollecitazione che deriva da incroci di banche dati che fa l’azienda - spiega l’assessore - . Può succedere per dimenticanza, per errore del contribuente, o per volontà di evadere. Se risultano incongruenze, si chiama Ancona Entrate, che ha un atteggiamento collaborativo, disponibile al confronto e ad approfondimenti, e si verifica se la somma è dovuta o meno».
Chi non paga
Ma la lotta all’evasione, ricorda l’assessore al Bilancio, è indispensabile per garantire equità. «Ricordo che mediamente il 15% della Tari dovuta non viene pagata e si tratta di circa 3 milioni l’anno che finiscono in accantonamenti preventivi, ovvero in minori risorse disponibili per servizi ai cittadini. Noi del resto siamo stati tra i primi Comuni a occuparsi delle famiglie in difficoltà, con gli sgravi sulla Tari previsti negli anni Covid e mantenuti anche nell’ultimo bilancio, con riduzioni per redditi Isee fino a 30mila euro».
Lorenzo Sconocchini
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Corriere Adriatico