«Hey Gimbo, giochi a basket con noi?». Tamberi accetta: partitella con i fan a Losanna e ripara pure un canestro

Gimbo Tamberi con gli amici conosciuti in Svizzera
ANCONA - I veri campioni sono questi: scendono dal podio dei trionfi e si uniscono all’abbraccio dei fan. Una festa infinita per Tamberi: dall’oro di Tokyo al city...

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ANCONA - I veri campioni sono questi: scendono dal podio dei trionfi e si uniscono all’abbraccio dei fan. Una festa infinita per Tamberi: dall’oro di Tokyo al city event di Losanna, dove si è accontentato di saltare 2,24 con un quinto posto. Tutto qui? Certo che no. L’atleta anconetano non smette mai di stupire. 

 


Così, archiviata la manifestazione, ha deciso di fare una sorpresa ad una comitiva di tifosi italiani che vivono in Svizzera per motivi di studio o lavoro. Gli avevano scritto, quasi per scherzo, sui social. «Ehi Gimbo, ti va di venire al campetto per una partitella di basket?». Lì per lì nessuna risposta. Ma poi... «Mercoledì siamo andati a vedere le gare - raccontano Michela, Daniele, Roberto, Matteo, Alessio, Marco, Francesca e Beatrice in un post corredato da immagin sul gruppo Facebook “La Giornata Tipo”, un gruppo che racconta storie di sportivi. Il post è stato condiviso da più di mille utenti, compreso il mental coach di Tamberi, Luciano Sabbatini, che l’ha rilanciato con un commento: «Questo è Gimbo». Una volta finita la gara del salto in alto, Gimbo fa il giro della pista regalando maree di autografi e selfie a tutti gli spettatori.

Facendoci largo tra gli spettatori riusciamo anche noi a farci un selfie con lui». E qui, la proposta rinnovata: «Gimbo, partitella al campetto domani sera?». Lui: «No ragazzi, io domani parto, facciamolo stasera! Scrivetemi sui social, datemi il nome di un profilo così so che mi scrivete voi». Immaginate l’espressione del gruppetto di amici che, increduli, con il pennarello usato per gli autografi hanno scritto sul braccio di Tamberi il nome del profilo di uno di loro. «Dopo mezz’ora gli mandiamo un messaggio - raccontano i ragazzi - e nel mentre ci sediamo in pizzeria. Mentre stiamo per ordinare, arriva un messaggio: “Hola, sono Gimbo. Ditemi ora e luogo e arrivo”. Ci aspettavamo che passasse prima dall’hotel, e invece no, aveva troppa voglia di giocare basket anche dopo una gara, e si è fatto portare al campetto», accompagnato da altri due saltatori olimpionici, il messicano Edgar Rivera e lo svizzero Loic Gasch.


Prima della partita, Gimbo si mette pure a riparare una retina sganciata dal ferro. Il campo buio, il canestro illuminato dalla luce di una bici, la partitella, poi le pizze e le birre e la serata continua tra risate e aneddoti. «Come se fossimo tutti amici da una vita. Come se giocare al campetto con un ragazzo che 24 giorni prima ha vinto l’oro alle Olimpiadi fosse la cosa più normale del mondo, come se non esistessero barriere tra le persone comuni e gli atleti di fama mondiale. Tamberi è così - scrivono entusiasti i nuovi amici di Gimbo -. Un ragazzo come noi. Un ragazzo come noi che salta un pochino più in alto di noi». 

 

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Corriere Adriatico