ANCONA - Le urla strazianti della madre hanno scosso l’intero quartiere. E’ stato il padre il primo a soccorrerlo:...
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E’ stato il padre il primo a soccorrerlo: l’ha liberato dal cappio che gli stringeva il collo e ha tentato lui stesso di rianimarlo, disperatamente, in attesa dell’arrivo del 118. Anche i soccorritori hanno eseguito per oltre mezz’ora il massaggio cardiaco. Tutto inutile.
Non ha più ripreso a battere il cuore del 38enne (M.M.), padre di una bimba piccola e operatore nel settore della ristorazione, che ha deciso di farla finita nel modo più drammatico.
La tragedia si è consumata ieri sera in corso Carlo Alberto. Sono stati i genitori, commercianti del Piano, ad effettuare la scoperta. Sono tornati a casa, dove il figlio era tornato a vivere dopo la recente separazione dalla moglie, e l’hanno trovato agonizzante nel giardino di casa. Il papà con grande freddezza ha provato a rianimarlo. Uno, due, tre massaggi al petto: tutto inutile.
Il 38enne era già morto, come ha constatato anche il personale del 118 e della Croce Gialla, subito intervenuto. Mentre lungo corso Carlo Alberto in tanti si sono radunati davanti al portone, richiamati dalle grida di disperazione che provenivano dall’appartamento, sono sopraggiunti i carabinieri per le indagini. Il giovane papà avrebbe lasciato un messaggio per spiegare i motivi del gesto estremo.
Gli inquirenti non hanno dubbi: era depresso per la recente separazione ed era disoccupato, dopo aver fatto la stagione estiva in uno chalet al mare. E probabilmente non ha resistito all’idea di allontanarsi dall’adorata bimba. Così ha deciso di arrendersi al dolore, togliendosi la vita. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico