ANCONA - «Spaccio perché non ho soldi per pagarmi il permesso di soggiorno». È la giustificazione con cui si è difeso in tribunale un 21enne...
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Ora sarà l’ufficio immigrazione della Questura a stabilire se procedere al rimpatrio di Lamin Ceesay, arrestato sabato attorno alle 20,30 nei pressi di via Lotto. È qui che gli uomini delle Volanti l’hanno notato mentre si aggirava con fare sospetto, al buio, in compagnia di un connazionale. Alla vista dei lampeggianti, i due giovani sono scappati di corsa, prendendo direzioni opposte. I poliziotti li hanno rincorsi e agguantati. Uno è risultato pulito, addosso non aveva nulla. L’altro, invece, nella rocambolesca fuga ha cercato di disfarsi di alcuni contenitori, gettandoli in un cespuglio. Il tentativo è andato a vuoto. Il 21enne è stato fermato e i quattordici involucri sono stati recuperati: dentro c’erano circa 25 grammi di marijuana, già suddivisa in dosi, pronte per essere smerciate. La perquisizione è proseguita a casa del pusher, dove i poliziotti hanno rinvenuto e sequestrato 250 euro in contati, in banconote di vario taglio, il materiale per il confezionamento delle dosi e soprattutto due cellulari dai quali è emersa la verità: era un pusher hi-tech che utilizzava le chat di Whatsapp per concordare gli ordinativi e segnava gli appuntamenti con i numerosi clienti nell’agenda elettronica dei suoi smartphone. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico