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ANCONA - Due anni e mezzo di reclusione per circonvenzione di incapace. È questa la pena inflitta ieri mattina dal giudice Martina Marinangeli a un anconetano di 47 anni, finito a giudizio per fatti relativi al 2016. La vittima, che ha un amministratore di sostegno e soffre di un disturbo borderline della personalità, era parte civile. Lamentava l’ammanco di 2.700 euro, per l’accusa frutto della truffa messa in atto dal 47enne che, all’epoca dei fatti, lavorava come operatore commerciale.
Le accuse
Stando a quanto emerso nel corso dell’udienza, i soldi sarebbero stati elargiti dalla donna - una 48enne - in tre differenti occasioni: una volta lei avrebbe consegnato all’imputato una somma di 400 a titolo di prestito, mai restituito.
La difesa
Per quanto riguarda le ultime due tranche, l’imputato - difeso dall’avvocato Mirco Piersanti - ha sempre sostenuto di non avere mai preso soldi, nè di averli chiesti per trovare un lavoro alla donna, nè per far da tramite tra lei e uno psichiatra. Sul prestito, si è difeso sostenendo di aver preso quei soldi, ma di aver sottoscritto allo stesso tempo un documento dove si impegnava a ridare alla donna quella somma. Cosa che, però, non è avvenuta.
Inoltre, il 47enne ha detto di non essersi mai accorto delle turbe mentali della vittima che, all’epoca, non aveva nemmeno un amministratore di sostegno. È stato quest’ultimo, una volta nominato dal tribunale, a sporgere denuncia per la circonvenzione, dopo aver riscontrato gli ammanchi dai conti della donna. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico