ANCONA - «Valeriano Trubbiani è nell’arte di tutto il mondo, la sua grandezza ci supererà nel tempo». Le parole dell’assessore alla Cultura...
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Rimarranno soprattutto nei ricordi delle persone e delle comunità con cui è venuto in contatto, «perché ha lasciato un segno nel cuore di chi lo ha conosciuto». Dolore e commozione nel corso della celebrazione presieduta da don Stanislao Kosieck e a cui hanno partecipato, tra le istituzioni, anche il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, Romano Carancini, sindaco di Macerata (città che ha dato i natali all’artista), e il primo cittadino di Offagna, Ezio Capitani. Il primo a prendere la parola è stato Giorgio Cegna, artista, amico storico di Trubbiani (vissero insieme a Roma) ed ex direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Macerata. Ha raccontato della telefonata ricevuta dallo scenografo Premio Oscar Dante Ferretti una volta diffusa la notizia della morte dello scultore della Mater Amibilis di piazza Pertini: «Ferretti è un uomo introvabile – ha detto – eppure mi ha chiamato, piangendo e pregandomi di venire a salutare Valeriano».
E ancora: «Non deve essere ricordato per comodità. Valeriano non ha bisogno di niente. È amato da tutto il mondo». Romano Carancini ha portato il saluto della città e dei maceratesi. «Non muore per Macerata - ha affermato il primo cittadino - solo un grande artista, ma qualcosa di più. Trubbiani ha rappresentato un’anima, un modo di essere così vicino alla persone e al popolo che la sua morte ha colpito in maniera particolare. Tanti maceratesi continuano ad amarlo e soprattutto tanti maceratesi si riconoscono in quello che è stato attraverso la sua espressione artistica. Uno dei suoi tratti principali è stato quello di cercare gli angoli più nascosti, anche delle persone più semplici. Attraverso le sue opere ha cercato di mettere insieme l’arte e la vita. E non è facile che un artista arrivi a tanto ed è per questo che è stato così amato dalla persone. Trubbiani rimarrà nelle nostre comunità». Il ricordo dello scultore che amava le “macchine belliche” e armeggiare con il metallo è passato dalle parole dell’assessore Marasca.
«Trubbiani – ha detto – era nel cuore delle comunità in cui ha vissuto e delle persone che ha conosciuto e incontrato. Emanava cuore, passione, energia straordinari. Tutte le città che hanno avuto a che fare con Trubbiani sono state fortunate. Siamo stati vicini di casa di un artista grande, importante per il mondo della scultura, per la storia dell’arte e per tutto il Novecento».
«Trubbiani - ha concluso Marasca - è nell’arte di tutto il mondo. Non dobbiamo mai dimenticare la sua grandezza di uomo, di artista e il fatto che lui ci supererà nel tempo, lasciando un segno per sempre nel cuore di chi l’ha conosciuto». Trubbiani lascia la moglie Paola Scaravelli, i figli Domiziana e Massimiliano e i fratelli Armando, Carla e Vittoria Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico