Ancona, sesso nel club scambisti Gestore condannato per prostituzione

Mirco Bracaccini davanti al night club
 ANCONA - Cinque anni di carcere per sfruttamento della prostituzione di entreneuse nel locale notturno Life ad Ancona. E' la condanna inflitta dal Tribunale nei...

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 ANCONA - Cinque anni di carcere per sfruttamento della prostituzione di entreneuse nel locale notturno Life ad Ancona. E' la condanna inflitta dal Tribunale nei confronti di Mirco Bracaccini, cui faceva capo oltre al night anche il club per scambisti 'La vie en Rose' nel 2007.

Secondo l'accusa, sostenuta dal pm Mariangela Farneti, nei locali si utilizzava il sesso, all'interno di privé, per far lievitare le spese per i drink: le bottiglie di champagne arrivavano a costare fino a 100 euro. Gli episodi incriminati risalgono al periodo compreso tra febbraio e aprile del 2007 nei due locali in cui le 'ballerine' si sarebbero anche concesse ad alcuni clienti per incrementare il giro di consumazioni nei locali. L'imputato si era difeso sostenendo che lui non era a conoscenza del fatto che le ragazze avessero rapporti di tipo sessuale con i clienti nei sette privé, che vietava loro condotte di questo tipo e si arrabbiava quando trovava condom in giro. Una ventottenne ballerina aveva confermato in aula la tesi d'accusa. "Io non ho mai fatto sesso con i clienti - aveva riferito - ma ho saputo che altre ragazze lo facevano". La testimone aveva raccontato che l'imputato si sarebbe arrabbiato con lei che non aveva voluto assecondare un cliente, perché rischiava di far perdere frequentatori al locale. Del tutto diversa, la versione della difesa che con ogni probabilità ricorrerà in appello. Bracaccini ha negato con forza gli addebiti, giustificando le 'insinuazioni' della testimone: il suo assistito, aveva spiegato il difensore, aveva avuto discussioni con l'impresario della ballerina che probabilmente per questo aveva il dente avvelenato. L'imputato faceva parte dell'organizzazione dei locali, la difesa ha sostenuto che in queste attività tutti erano soci e lui lavorava come barman. Secondo Bracaccini, erano di circoli privati in cui le giovani potevano lavorare ma nessuno ha mai chiesto loro di prostituirsi Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico