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ANCONA - La battaglia ai no vax fa il bis. A Torrette è stato sospeso il secondo medico che ha deciso di non vaccinarsi. Per effetto della determina firmata venerdì scorso, in tarda serata, è stata allontana dall’ospedale regionale di via Conca, fino al 31 dicembre, anche un’infermiera. Non ne ha voluto sapere della campagna d’immunizzazione per sfiancare il Covid.
Per i due sanitari, secondo la legge 76, che recepisce il decreto 44 di aprile - dose obbligatoria a chi è impegnato in corsia - scatterà il blocco dello stipendio. Un percorso forzato che solo un ripensamento della scelta fatta potrebbe modificare.
Due giorni di ferie d’ufficio e poi via. «La commissione disciplinare ha ravvisato l’impossibilità di adibire i dipendenti suddetti a mansioni differenti da quelle di appartenenza, che non implichino il rischio di diffusione del contagio», recita un passaggio del documento firmato dalla triade dei direttori, Caporossi-Maraldo-Pasqualucci.
Come l’azione dell’hub vaccinale. «Lungo le quattro linee organizzate negli spazi dell’aula Totti – sollecita il ripasso il direttore amministrativo - si prosegue con gli open day, la formula che consente di recarsi al centro senza prenotazione, e con la terza dose per tutti i sanitari, senza limiti d’età». Ieri ne sono state somministrate 306 di quelle pozioni per debellare un virus che non dà tregua da oltre un anno e mezzo: 31 prime dosi, 77 seconde e 198 terze. Maraldo sponsorizza il valore della formula combinata. «Il personale potrà ricevere anche l’antinfluenzale». Non si sposta dalla sua convinzione, di cui va fiero: «La gran parte dei noi è immunizzata». I passi indietro non li contempla. Impossibile rimanere indifferenti al monito del governatore Acquaroli.
«Nelle ultime due settimane – aveva stigmatizzato in un post - il numero dei positivi è tornato a crescere anche nella nostra regione. Finora l’impatto sulle strutture sanitarie è stato contenuto ma...». Una pausa di sospensione che il direttore riempie con le cifre della tenuta. Tra Torrette e Salesi, dei 33 posti dedicati alla cura del Coronavirus ieri ne erano occupati 23, dei quali due di terapia intensiva. Un contenimento degli argini confermato dal fronte del pronto soccorso: su 209 passaggi in 24 ore, 28 erano contagi sospetti. Nessun codice rosso, né arancione.
Maraldo non cede alla tentazione del “guarda e passa”. No. L’ultima vittima, la 96enne di Castelbellino caduta sotto i colpi della pandemia, non permette distrazioni. «È chiaro che qualcosa sta accadendo», ammette previdente. «Penso che questa rimozione collettiva, avvenuta con l’illusione che il Green pass sia un passaporto per l’immunità, ci abbia fatto allentare le misure individuali di protezione». Il tono si fa severo: «Forse non abbiamo imparato bene la lezione». Si mette in gioco: «Personalmente, da over 60, ho fatto la terza dose e uso la mascherina come prima. Spero che basti». Dal profondo delle trincee sanitarie si alza la sua incitazione: «Teniamo duro».
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Corriere Adriatico