Ancona, controlli nella sede dell'Inrca Sequestrate anche anfore romane

I bassorilievi che si trovano nella sede Inrca della Montagnola
ANCONA - Capita che l'occhio di una giovane appassionata d'arte si posi per caso su un'antica lapide, appesa a una parete vicino a un distributore del...

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ANCONA - Capita che l'occhio di una giovane appassionata d'arte si posi per caso su un'antica lapide, appesa a una parete vicino a un distributore del caffè. Era lì per sorbirsi un espresso, accanto all'auditorium Inrca della Montagnola, ma la sua attenzione era stata richiamata da quel bassorilievo che fa capolino nel corridoio. Quello sguardo incuriosito le ha fatto venire lo scrupolo di informare, nell’ottobre dell’anno scorso scorso, l’assessorato alla Cultura del Comune sulla presenza di reperti antichi nella sede Inrca della Montagnola.

Da Palazzo del popolo, è partita una segnalazione alla Soprintendenza ai beni archeologici delle Marche, che a sua volta ha attivato i carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio culturale. I detective dell'arte di Ancona hanno avviato subito una ricognizione in tutte le tre sedi dell'Istituto, i cui vertici hanno fornito sin dall’inizio la massima collaborazione. Nei locali di via Birarelli, cuore antico del Guasco, dove ha sede il Dipartimento ricerche dell’Inrca, all’inizio di marzo sono state trovate e sequestrate su ordine del pubblico ministero Paolo Gubinelli quattro anfore di epoca romana. Erano in buono stato di conservazione e gli esperti della Soprintendenza le hanno stimate di interesse archeologico e dunque meritevoli di essere sottoposte a vincolo e acquisite al patrimonio dello Stato. Le anfore erano lì da molto tempo, ma non certo da prima del 1909, anno che secondo la normativa sui beni archeologici fa da discrimine per la possibilità dei privati di conservarne la proprietà. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico