Ancona, raptus di violenza sul Corso picchia passanti e vigili. Arrestato

ANCONA - «Correte, in corso Garibaldi c’è un pazzo che picchia i passanti». Sono le 14 e 55 e di chiamate così ne arrivano a raffica alle forze...

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ANCONA - «Correte, in corso Garibaldi c’è un pazzo che picchia i passanti». Sono le 14 e 55 e di chiamate così ne arrivano a raffica alle forze dell’ordine. Per 6-7 minuti, prima che compaia una pattuglia della polizia locale, l’isola pedonale tra piazza Roma e piazza Cavour si trasforma in un ring, dove un immigrato bengalese di 31 anni, con problemi psichiatrici, picchia due passanti, “colpevoli” solo di aver salutato una giovane incrociata in strada, e poi si scaglia contro un vigile urbano, finché non viene immobilizzato dagli agenti della polizia locale con l’aiuto del commesso di un negozio e di due carabinieri. 

Un quarto d’ora di follia
Protagonista di un quarto d’ora di follia, davanti a frotte di passanti che sfilavano da quelle parti per tornare al lavoro o fare commissioni, è un immigrato di 31 anni, arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e trattenuto nella camera di sicurezza della polizia locale in attesa del processo per direttissima, che si terrà questa mattina in tribunale.
 

Sono in corso anche verifiche sulla regolarità del suo passaporto. Il giovane (S.S. le iniziali) è ad Ancona da diversi anni, arrivato dal Bangladesh, e in passato abitava agli Archi, con un lavoro regolare in un’azienda dell’indotto dei cantieri navali. Da oltre un anno però, almeno a sentire diversi ambulanti e negozianti dell’isola pedonale, trascorre le giornate a zonzo per il centro, s’aggira tra le bancarelle di piazza Roma e spesso infastidisce i passanti con i suoi atteggiamenti molesti. 
Nel gennaio scorso, per i suoi comportamenti sopra le righe, era stato sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio e poi aveva seguito delle cure per tenere a bada certi scatti d’ira dovuti a uno stato di alterazione psichica. «Dovrebbe seguirlo qualcuno, magari i servizi sociali - dicevano ieri gli habitué di piazza Roma, che lo conoscono bene -. Non è cattivo, ma sta male e andrebbe aiutato a curarsi, invece è sempre in piazza da solo, ce l’ha con il mondo». 

Un borsone sulle spalle
Gira sempre con un borsone sulle spalle a mo’ di zaino, fa ampi gesti con le mani e grida frasi sconclusionate. Ce l’ha spesso con gli italiani («andate a ferrare i cavalli», è la sua invettiva) e negli ultimi tempi lo si vedeva camminare per il Corso tutto agitato, lanciando qua e là sguardi truci. Non sembra pericoloso, bassino com’è, ma ieri colpiva al volto con la rapidità e la precisione di un peso piuma. Ne hanno fatto le spese due passanti, finiti al Pronto soccorso (insieme al vigile che poi ha arrestato l’aggressore) per contusioni al volto, non gravi ma certo dolorose. Colpiti a caso? Non proprio, se è vero che entrambi, prima di essere aggrediti, avevano salutato una giovane donna che da almeno un anno e mezzo viene tampinata dal bengalese. Un semplice cenno con la mano, fatto tra conoscenti, senza neanche fermarsi a parlare, deve aver fatto scattare la molla. Ieri pomeriggio il bengalese aveva avvistato sul Corso la donna di cui s’era invaghito e che, stanca delle sue attenzioni non gradite, a gennaio l’aveva denunciato. Come ha visto quei saluti, forse, è scattata la rappresaglia.

Il primo ad essere colpito è stato un professionista che lavora in uno studio di consulenza di corso Garibaldi. Camminava in piazza Roma e pochi passi dopo quell’innocente saluto è stato abbordato dall’immigrato, che gli ha sferrato un pugno secco al volto. «Ma sei pazzo, chiamo i carabinieri», se ne è andato il professionista. Poco più sopra, all’altezza dell’ex Metro, un altro conoscente, autista di Conerobus, rivolge un saluto alla donna, quanto basta per ritrovarsi addosso l’immigrato, che colpisce anche lui, mirando al volto.

Respinto dal negozio

L’autista allora si rifugia nel negozio d’abbigliamento Special, appena sopra l’ex Metro, ma l’immigrato cerca di entrare, prendendosela anche con la commessa, che però non si lascia intimidire e lo respinge. Intanto arriva la prima pattuglia della polizia locale, formata da un agente e da una giovane vigilessa. Il capopattuglia scende, prova a far ragionare l’uomo, chiedendogli le generalità. Ma dopo pochi istanti il bengalese, dopo aver ringhiato contro la vigilessa, comincia a sferrare cazzotti all’agente della polizia locale, pronto però a difendersi dall’aggressività del boxeur, che alla fine viene immobilizzato anche grazie all’intervento di un commesso di “Chipstar”. Sui social network, dopo la diffusione di filmati sull’episodio, ieri sera si scatenavano commenti giustizialisti e anti-immigrazione, con quale rara eccezione: «Non speculate sopra una persona malata» .  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico