Accerchiato dai rapinatori con pistola e mascherina: «Dacci i soldi». Tabaccaio derubato davanti alle Poste

I carabinieri intervenuti sul luogo della rapina a Brecce Bianche
ANCONA - L’hanno circondato mentre era in auto a contare il denaro da versare alle Poste: uno ha aperto lo sportello passeggeri, l’altro quello di guida. Non gli hanno...

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ANCONA - L’hanno circondato mentre era in auto a contare il denaro da versare alle Poste: uno ha aperto lo sportello passeggeri, l’altro quello di guida. Non gli hanno lasciato scampo. «Dacci tutti i soldi che hai», gli hanno intimato. Per rendere più efficace la minaccia, uno dei due si è alzato la maglietta e ha mostrato il calcio di una pistola nascosta nei pantaloni. A quel punto, la vittima non ha avuto scelta. Ha consegnato ai malviventi la cartellina in cui custodiva 8mila euro, l’incasso settimanale del Lotto e degli altri concorsi a premi. 

 


«Fossi stato più giovane, avrei reagito: ma che potevo fare?» si chiede disperato Claudio Faure, torinese trapiantato ad Ancona, titolare del Bar Claudio in via Barilatti, rilevato appena cinque mesi fa. Ieri mattina, come ogni giovedì, ha prelevato l’incasso dal suo bar-tabacchi alle Palombare per andare a depositarlo alle Poste di via Brecce Bianche. Erano circa le 9,30. Ha trovato posto nel parcheggio di fronte all’ufficio postale. Come ha spento il motore, è stato accerchiato dai due rapinatori in mascherina. Indossavano, infatti, occhiali da sole, un cappellino e una mascherina chirurgica, utilizzata non per proteggersi dal Covid, ma per nascondere il proprio volto. «Non saprei dire se fossero italiani o stranieri, è successo tutto in pochi secondi - racconta il tabaccaio -. Non saprei nemmeno riconoscerli perché avevano il volto coperto. Uno dei due mi ha fatto vedere la pistola, l’altro mi ha intimato di consegnargli il denaro. Non ho avuto altra scelta». Sì perché Faure, in quel momento, era da solo, nonostante accanto al parcheggio ci sia un’edicola e, lì di fronte, l’ufficio postale sia abitualmente affollato, al punto che la fila degli utenti, spesso, arriva fino alla strada.


«Non c’era nessuno nel parcheggio - continua la vittima -. Una signora ha posteggiato accanto a me pochi minuti dopo, quando però i rapinatori se n’erano già andati». Sono scappati a piedi, dileguandosi nell’area verde accanto alle Poste di Brecce Bianche, con in tasca gli 8mila euro sottratti al tabaccaio. Superato lo choc, ha afferrato il cellulare per chiamare i carabinieri. Sul posto sono intervenute due pattuglie dei militari del Norm e della stazione di Brecce Bianche per ascoltare la vittima e dare la caccia ai delinquenti. Le ricerche, però, non hanno dato i risultati sperati. Tuttavia, le indagini sono appena agli albori: gli investigatori analizzeranno le telecamere dell’ufficio postale e della zona, nella speranza di raccogliere indizi ed elementi utili per risalire all’identità della misteriosa coppia di rapinatori. Il problema è che non ci sono testimoni. Nessuno avrebbe assistito alla scena. E questo lascia pensare che i malviventi abbiano seguito il tabaccaio o comunque conoscessero le sue abitudini e siano entrati in azione nel momento più opportuno, quando nel parcheggio era da solo.


«Soltanto uno dei due ha parlato, chiedendomi i soldi, ma non ho riconosciuto nessun accento particolare - spiega il titolare del Bar Claudio -. Mi viene il sospetto che mi stessero controllando da un po’: altrimenti, come facevano a sapere che sarei andato alle Poste a versare l’incasso del Lotto, come faccio ogni settimana? Ma sono sicuro che non si tratta di clienti del mio locale: da me viene solo brava gente e conosco tutti». Claudio aveva rilevato il bar-tabaccheria alle Palombare nel gennaio scorso: un esordio poco fortunato. «Vivo da quattro anni ad Ancona, ho investito in questo locale perché si trova in un quartiere popoloso e c’è un bel giro - racconta -. Il lockdown non mi ha aiutato, sono stati mesi duri. Come se il Covid non bastasse, ora mi è capitata questa disavventura. Sono scioccato e ho una rabbia dentro che nessuno può immaginare. Quando quei due soggetti si sono avvicinati, non ho trovato la forza di reagire. Ho visto la pistola e ho pensato: meglio assecondarli, anche se con me avevo parecchi soldi». 

 

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Corriere Adriatico