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ANCONA Centro blindato e controlli a raffica per porre un freno al fenomeno dei baby bulli. Le auto della polizia, le gazzelle dei carabinieri, le pattuglie dei vigili urbani. E poi Digos e forze dell’ordine in borghese: vie dello struscio “militarizzate” ieri pomeriggio, anche per la concomitanza della consueta manifestazione dei disobbedienti contrari al Green pass.
Le indagini
Una cinquantina di bulli (o presunti tali) sono stati fermati e identificati nei giorni scorsi, dopo l’allarme lanciato dal Corriere Adriatico alla luce dell’escalation di fatti sempre più gravi avvenuti in centro, dal lancio di sassi contro autisti dei bus e baristi e ai raid nei negozi, dall’aggressione di una ragazzina di 16 anni ad una rapina avvenuta sotto i portici di piazza Cavour. Dall’inizio dell’estate una quindicina di giovani sono stati denunciati, altri sono stati multati e, nel caso dei minorenni, le conseguenze ricadranno sulle famiglie che saranno costrette a risarcire i danni causati dai loro figli.
Tolleranza zero
La prefettura ha deciso di adottare il pugno duro contro le bande di adolescenti che ormai da settimane seminano paura in corso Garibaldi.
Il fenomeno
«Questi fenomeni non hanno assunto il carattere di criminalità minorile specifica», ha voluto sottolineare il prefetto Darco Pellos dopo aver presieduto l’ultimo Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica incentrato proprio sul nodo dei bulli. Tuttavia, «gli episodi hanno registrato un’importante intensificazione» e per questo vanno tenuti sotto stretta osservazione. E mai sottovalutati. Perché dietro quelli che potrebbero sembrare bravate di poco conto, dispetti da adolescenti annoiati, si possono nascondere gesti gravi. Ne sa qualcosa il barista di piazza Roma preso a sassate per aver allontanato una ventina di ragazzi seduti attorno allo stesso tavolo. Anche gli autobus che transitano in piazza Cavour sono stati trasformati in un tiro al bersaglio, così come le vetrine dei negozi. Le catene d’abbigliamento sono le preferite da questi ragazzini incorreggibili che non si limitano ad atti di teppismo tra gli scaffali, ma passano facilmente agli insulti, alle minacce e ai furti: pochi giorni fa un 14enne è stato sorpreso a rubare una t-shirt in un noto store ed è stato portato in questura dalla polizia per essere denunciato. I fari sono puntati non solo sui bulletti, ma anche sui loro punti di riferimento, i capibranco, i quasi maggiorenni che si atteggiano a boss delle bande e orientano il comportamento dei più piccoli. Il prefetto è stato chiaro: nei loro confronti, oltre alle denunce, scatteranno anche misure restrittive come fogli di via e l’allontanamento dalla città.
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Corriere Adriatico