Il Pronto soccorso rischia di esplodere: ecco altri 20 letti Covid

Il Pronto soccorso rischia di esplodere: ecco altri 20 letti Covid
ANCONA  - Saranno anche codici verdi, nella maggior parte dei casi, ma raramente in passato il Pronto soccorso è stato così in affanno. L’intreccio tra...

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ANCONA  - Saranno anche codici verdi, nella maggior parte dei casi, ma raramente in passato il Pronto soccorso è stato così in affanno. L’intreccio tra allerta Coronavirus, urgenza quotidiana e ordinaria amministrazione sta intasando anche il punto di prima emergenza di Torrette, tant’è che la Direzione degli Ospedali Riuniti, di comune accordo con il primario Aldo Salvi, ha deciso di far fronte alla gravità della situazione con misure eccezionali. 

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Al secondo piano della struttura sono stati avviati in fretta e furia lavori per l’allestimento di 20 posti letto di Medicina d’urgenza Covid, che si aggiungono ai 10 già presenti nell’Obi. Con la nuova area di terapia sub-intensiva a pressione negativa si conta di fornire una risposta adeguata alle esigenze di pazienti sospetti o infettati dal virus che spesso, negli ultimi giorni, sono stati “parcheggiati” in isolamento al Pronto soccorso proprio per l’assenza di spazi a sufficienza. Per dire: ieri mattina 8 pazienti Covid attendevano una sistemazione più opportuna, il giorno prima erano addirittura 10. D’altronde, di posto a Torrette non ce n’è. Il padiglione delle Malattie Infettive è full da tempo con i suoi 39 assistiti tra la Clinica e la Divisione. Identica considerazione per la Clinica di Rianimazione dove 18 persone sono ricoverate in gravi condizioni, sottoposte a terapia intensiva. Altre 10 sono assistite in terapia sub-intensiva, stando all’ultimo aggiornamento fornito ieri dal servizio sanità della Regione. Fanno in tutto 75 pazienti Covid tenuti sotto osservazione all’ospedale regionale.

Lo stress ora si riversa anche sul Pronto soccorso, per ragioni legate in parte all’emergenza sanitaria, visto il continuo arrivo di casi sospetti o conclamati, in parte all’afflusso, in costante crescita, di pazienti ordinari. Ieri pomeriggio si sono toccate punte di 6 ore d’attesa per i codici verdi, che sono i più numerosi, nell’ordine del 60%. Alle 18,45, ad esempio, erano 40 gli utenti che affollavano il Pronto soccorso, di cui 23 registrati con un bollino verde. La speranza è che qualcosa cambi con l’allestimento del mini-reparto Covid da 20 posti di terapia sub-intensiva che dovrebbero essere pronti già nelle prossime ore: le operazioni di trasloco di letti, monitor e macchinari, infatti, sono andate avanti per tutta la giornata di ieri. Il prossimo passo sarà rivisitare, in caso di necessità, anche l’attività della Divisione di Rianimazione che per il momento ospita solo pazienti gravi non-Covid: se la curva dei contagi e dei ricoveri continuerà ad impennarsi, come purtroppo lasciano credere le previsioni degli esperti, presto verrà organizzata un’altra area dedicata ai malati da Coronavirus con una decina di postazioni. Ma questo rischierebbe di compromettere seriamente l’attività di routine dell’ospedale regionale: ecco spiegata la preoccupazione della Direzione che attende lumi dalla Regione, anche in merito alla risposta delle strutture ospedaliere del territorio, visto che parte del problema è legato alle dimissioni difficili dei cosiddetti “casi sociali”. 



Intanto, ieri a Torrette sono spuntati di nuovo gli striscioni di incoraggiamento, tipo quelli che sventolavano durante la prima fase dell’emergenza: «Insieme a voi sempre» e «Siete la nostra speranza» c’è scritto nei drappi appesi all’ingresso dell’ospedale regionale, con grandi cuori rossi in evidenza. Messaggi di vicinanza e solidarietà rivolti al personale sanitario di nuovo in trincea nella battaglia contro il Covid. 

 

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Corriere Adriatico