Ancona tra covid e influenza, il pronto soccorso in crisi: 230 accessi al giorno e fino a 12 ore di attesa

Covid e influenza, il Pronto soccorso in crisi: 230 accessi al giorno e fino a 12 ore di attesa
ANCONA Ci mancava solo il ritorno del Covid a rendere esplosivo il clima del Pronto soccorso di Torrette, dove in questi giorni si stanno registrando picchi di oltre duecento...

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ANCONA Ci mancava solo il ritorno del Covid a rendere esplosivo il clima del Pronto soccorso di Torrette, dove in questi giorni si stanno registrando picchi di oltre duecento accessi quotidiani (23

0 nella giornata di domenica, fra cui 3 rossi e 25 aracioni), roba da mandare in tilt l’intera organizzazione. Il personale è sotto stress e incandescente è anche l’umore dei pazienti, costretti a lunghe attese, fino a 12 ore per un codice verde. Sono 2 le ragioni: da un lato, la maggiore diffusione del virus, tant’è che ieri mattina c’erano 7 pazienti positivi in attesa di essere visitati, oltre ai 29 già ricoverati (di cui 3 in terapia intensiva), insieme all’influenza di stagione. Dall’altra, il continuo afflusso al Pronto soccorso di Torrette di pazienti che provengono anche da fuori provincia per ragioni che esulano dalle dovute centralizzazioni.

 

Risultato: il sistema è entrato in crisi. E infatti venerdì scorso sono dovuti intervenire i vertici dell’ospedale, insieme al bed manager, per trovare collocazione a una decina di persone che da ore erano in attesa di un posto letto. «Da 4-5 settimane sta aumentando il numero di accessi di anziani cronici e di casi Covid» spiega la dottoressa Susanna Contucci, responsabile del Pronto soccorso.

«Siamo oberati di lavoro, oltretutto abbiamo due medici in meno e questo non aiuta», è il suo grido d’allarme. Il virus peggiora la situazione. «Dobbiamo prevedere accessi separati, con procedure inevitabilmente più complicate - spiega la dottoressa Contucci - anche se non ci sono casi gravi, se non per pazienti cronici, alle prese con patologie pregresse». Attualmente è confermato l’asset misto: «Se la patologie Covid è prevalente, il paziente viene collocato nel reparto di Malattie infettive, altrimenti viene assistito nel suo reparto di riferimento, in un luogo isolato», ricorda il direttore amministrativo dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, Antonello Maraldo. E presto andrà affrontato un problema aggiuntivo, che riguarda il personale: a fine anno cesseranno i contratti Covid, che non potranno essere rinnovati se non utilizzando strumenti giuridici alternativi. L’ospedale, dunque, potrebbe perdere il contributo di una trentina fra medici specializzandi, infermieri e Oss, indispensabili per tutto il comparto.

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Corriere Adriatico