L'uscita a vuoto di Stefano Tacconi: a processo per non aver pagato l'auto a noleggio e le multe prese

L'uscita a vuoto di Stefano Tacconi: a processo per non aver pagato l'auto a noleggio e le multe prese
ANCONA - Avrebbe preso a noleggio un’auto senza mai pagare colui che si era fatto carico dei costi del servizio. È con l’accusa di insolvenza fraudolenta che...

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ANCONA - Avrebbe preso a noleggio un’auto senza mai pagare colui che si era fatto carico dei costi del servizio. È con l’accusa di insolvenza fraudolenta che è finito a giudizio, al tribunale di Ancona, Stefano Tacconi, ex portiere della Juventus. Ieri mattina, davanti al giudice Alessandra Alessandroni, il processo è entrato nel vivo con l’audizione dei testimoni. Parte civile, con l’avvocato Giorgio Marchetti, è uno jesino di 56 anni con cui l’ex calciatore avrebbe contratto un debito di circa 3.500 euro.

 

Una cifra, dice la procura, relativa non solo al mancato pagamento del noleggio, ma anche al valore delle multe prese con la vettura, una Opel Zafira, tenuta da Tacconi da giugno a settembre 2017. In quel periodo, Tacconi si trovava in Vallesina per un evento, durante il quale aveva conosciuto il 56enne. 
A lui si era rivolto l’ex juventino per chiedere consigli su una società di autonoleggio. I due erano finiti a Jesi: «Al momento della sottoscrizione del contratto di noleggio – ha detto la parte civile – Tacconi non aveva con sé la carta di credito, dicendo di essersela dimenticata in albergo. A titolo bonario, mi sono offerto di metterla io». Con la speranza, ovviamente di essere ripagato: «Quando riporto la macchina facciamo i conti» la frase ripotata dal 56enne e attribuita a Tacconi. Alla scadenza del contratto l’imputato non si sarebbe più fatto vivo, non riportando indietro neanche l’auto. Ci sarebbero state almeno tre proroghe del noleggio, tutte coperte dallo jesino. 


«Nel frattempo – ha detto la parte civile – mi sono anche arrivati dei verbali per infrazioni al codice stradale. A settembre a riportare l’auto è stata una persona diversa da Tacconi». Secondo il dipendente dell’autonolo, la vettura sarebbe comunque stata consegnata in ritardo (alcuni giorni) rispetto agli obblighi contrattuali. Per la difesa, sostenuta dall’avvocato Alessandro Calogiuri, non ci sono i presupposti per affrontare la questione in sede penale. Si tratterebbe, al massimo, di un inadempimento contrattuale. Sentenza attesa l’11 maggio 2022. 

 

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Corriere Adriatico