Uccise l'ex compagno di scuola a coltellate: doppia perizia psichiatrica per il killer Rossetti

Uccise l'ex compagno di scuola a coltellate: doppia perizia psichiatrica per il killer Rossetti
ANCONA - Saranno due periti a dover scandagliare lo status mentale di Mattia Rossetti, il 27enne finito a giudizio davanti alla Corte d’Assise con l’accusa di aver...

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ANCONA - Saranno due periti a dover scandagliare lo status mentale di Mattia Rossetti, il 27enne finito a giudizio davanti alla Corte d’Assise con l’accusa di aver ucciso a coltellate, lo scorso 8 dicembre in via Maggini, l’ex compagno di scuola Michele Martedì. Ieri mattina i giudici hanno conferito l’incarico allo psichiatra bolognese Renato Ariatti e allo psicologo padovano Marco Samory. Avranno sessanta giorni di tempo per stabilire la capacità di intendere e di volere dell’imputato all’epoca dei fatti e, in particolare, valutare se le sue condizioni fossero compatibili con la premeditazione del delitto contestata dal pm Irene Bilotta.

 

I testi 

L’udienza è stata rinviata al 18 marzo quando è prevista l’audizione dei testimoni delle parti: cinque della procura, due quelli previsti dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Francesco Linguiti. I familiari del parrucchiere ucciso a 26 anni sono sostenuti dal legale Alessandro Scaloni. Sono quattro le aggravanti contestate dal pm per l’omicidio volontario: crudeltà (le coltellate inflitte erano state più di dieci), futili motivi, stalking (per la presunta ossessione maturata nei confronti della vittima) e premeditazione. Stando al pm, il 27enne aveva preparato da tempo il delitto, procurandosi un coltello e un passamontagna (non indossato al momento dell’omicidio), cercando sul web la connotazione giuridica dell’omicidio premeditato e informazioni per un eventuale trasferimento all’estero. 

La consulenza 

In merito alle ricerche online e a un video in cui il 27enne avrebbe impersonato il ruolo di killer dovrà rendere conto l’analista forense Luca Russo. Dal giorno del delitto, Rossetti si trova recluso in carcere. Conosciuto al Centro di Salute Mentale di Ancona, era stato arrestato in casa di conoscenti pochi minuti dopo l’uccisione del parrucchiere. Per il perito della procura, all’epoca era affetto da un parziale vizio di mente. Per il consulente della difesa, era incapace di intendere e volere. 

 

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Corriere Adriatico