«Non devi mettere i pantaloni corti»: quattro anni al padre padrone per le minacce a moglie e figlia

«Non devi mettere i pantaloni corti»: quattro anni al padre padrone per le minacce a moglie e figlia
ANCONA - Botte e minacce alla moglie, percosse alla figlia perché indossava «i pantaloni corti» e «usciva con i ragazzi». È stato condannato...

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ANCONA - Botte e minacce alla moglie, percosse alla figlia perché indossava «i pantaloni corti» e «usciva con i ragazzi». È stato condannato a quattro anni di reclusione un 57enne marocchino, attualmente domiciliato all’estero. Doveva rispondere di lesioni personali e maltrattamenti in famiglia. La sentenza è arrivata ieri per conto del collegio penale.

 

A portare l’uomo sul banco degli imputati è stata la moglie, connazionale di 42 anni, autrice della denuncia sporta nel gennaio del 2021, dopo l’ennesimo episodio di violenza avvenuto nell’appartamento che la coppia condivideva in una cittadina della Val Musone. 
Lei era parte civile con l’avvocato Gianluca Gobbi: ha ottenuto un risarcimento danni del valore di 8mila euro. Dopo le botte subite il 14 gennaio dello scorso anno, la donna era andata al pronto soccorso: ne era uscita con 15 giorni di prognosi. Da quanto emerso, le era stato anche lesionato dal marito un dito, quello medio, utilizzato dalla 42enne per fare un gestaccio all’imputato. È stata la figlia, di poco maggiorenne, a raccontare l’episodio in aula, ricordando che quel giorno il padre era uscito per fare la spesa e la madre si era recata al bancomat per prelevare i soldi necessari a pagare le bollette. Al ritorno a casa, il litigio: «Si sono messi a discutere per i soldi, lui l’ha spinta per terra». 
La scena si sarebbe verificata in camera da letto. Dopo il gesto del dito medio, la situazione sarebbe precipitata. A quel punto, era intervenuta la figlia, assieme al fratello (anche lui di poco maggiorenne) per dividere i genitori e «spingere papà fuori dalla stanza». L’uomo era stato trovato dai carabinieri sulle scale del pianerottolo: «Mia moglie mi ha fatto la mossa (il dito medio, ndr) e ha speso i miei soldi» le parole attribuite all’imputato da un carabiniere testimone. Ci sarebbero state anche minacce nei confronti della donna: «Ti ammazzo»; e svilimenti: «Non vali niente». In udienza sono emerse anche presunte pregresse percosse con una zappa, le mani dell’uomo strette al collo della moglie e l’input di «fare la serva ai parenti» del 57enne. Il loro sarebbe stato un matrimonio voluto e combinato dalle rispettive famiglie, entrambe di religione musulmana. 


«Era violento quando uscivo con gli amici o quando indossavo a casa i pantaloni corti. Una volta mi ha preso il polso e me lo ha girato così forte che non l’ho potuto muovere per giorni» aveva raccontato la figlia, anche se tali episodi non sono stati inseriti nel capo d’imputazione. L’uomo era difeso dall’avvocato Maria Cristina Ascenzo.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico