Rubava in chiesa per comprarsi la droga, ora si pente: «Mi vergogno, scusate». Ma il giudice lo condanna

Il tribunale di Ancona
ANCONA - Due mesi e venti giorni di reclusione (pena sospesa) per aver rubato la cassetta delle offerte dall’ufficio parrocchiale per comprare della droga. È la...

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ANCONA - Due mesi e venti giorni di reclusione (pena sospesa) per aver rubato la cassetta delle offerte dall’ufficio parrocchiale per comprare della droga. È la condanna inflitta ieri mattina dal giudice Carlo Cimini a un 31enne accusato del furto avvenuto il 3 novembre 2017 nei locali annessi alla parrocchia di Santa Maria in Castagnola, a Chiaravalle. Il bottino gli era valso circa 600 euro. 

 


Stando a quanto emerso in udienza, sarebbe stata la necessità di acquistare droga la causa del blitz. «Mi vergogno del periodo in cui facevo uso di stupefacenti – ha detto l’imputato al giudice, rendendo dichiarazioni spontanee prima della camera di consiglio –. Non ero me stesso in quel periodo. Ho cambiato vita e ho percorso una nuova strada, che ho intenzione di proseguire. Mi assumo la responsabilità di quanto fatto, sono pentito. Ho commesso un errore». Considerando il rito abbreviato con cui ha voluto procedere la difesa, rappresentata dall’avvocato Alessandro Genovali, la procura aveva chiesto una condanna a 8 mesi di reclusione. Alla fine, la pena decisa dal giudice è stata decisamente più esigua con il riconoscimento delle attenuanti generiche. Secondo quanto accertato dai carabinieri all’epoca dei fatti, il 31enne si era intrufolato nell’ufficio parrocchiale senza alcun tipo di effrazione. Aveva trovato la porta aperta e con facilità era riuscito a mettere le mani sulla cassettina delle offerte. All’interno c’erano circa 600 euro. Soldi che sarebbero stati spesi principalmente per l’acquisto di stupefacenti. 


Ad accorgersi del furto era stato uno degli addetti dell’ufficio. Aveva sporto denuncia nella caserma di Chiaravalle. E nel giro di un paio di giorni il ladruncolo era stato individuato. Come? Era stato incastrato dalle telecamere presenti nel perimetro della parrocchia. Le immagini avevano inequivocabilmente ripreso la fisionomia del ladro, fornendo un assist essenziale alle indagini dei carabinieri, riusciti a dare nome e cognome al malvivente nel giro di pochi giorni. Non sono mai scattate misure cautelari nei confronti dell’imputato. Il 31enne è stato sempre indagato a piede libero. 

 

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Corriere Adriatico