Ancona, muratore alla sbarra per tentata estorsione all'imprenditore: «Prepara i soldi o la macchina»

Una pattuglia dei carabinieri all’ingresso del tribunale
FALCONARA - «Prepara i soldi o la macchina: io sono siciliano, non ho paura di finire di nuovo in carcere». Per la procura sarebbe stato questo il tenore delle...

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FALCONARA«Prepara i soldi o la macchina: io sono siciliano, non ho paura di finire di nuovo in carcere». Per la procura sarebbe stato questo il tenore delle minacce inoltrate da un muratore siciliano di 57enne a un piccolo imprenditore edile, per cui aveva portato a termine un lavoro. Tali minacce hanno configurato il reato di tentata estorsione, accusa da cui ora deve difendersi il 57enne. Ieri, davanti al giudice Matteo Di Battista, sarebbe dovuta entrare nel vivo l’istruttoria con l’audizione dei primi testimoni. Che non si sono presentati. Il processo è stato dunque aggiornato all’aprile del 2024.

 

L’indagine

Gli accertamenti della procura sono scattati nel marzo del 2019, dopo la denuncia sporta dall’imprenditore ai carabinieri. Aveva paura per la sua incolumità dopo le minacce arrivate dal 57enne, il quale - stando a quanto rilevato - aveva portato a termine alcuni lavori per conto dell’imprenditore, che non si è costituito parte civile. Secondo la pubblica accusa, il muratore avrebbe iniziato a chiedere con insistenza il pagamento di 750 euro. Una somma che, stando alla difesa rappresentata dall’avvocato Mauro Diamantini, l’imprenditore doveva al siciliano per i lavori portati a termine e non pagati.

Fatto sta che per la procura sarebbero partite le minacce telefoniche: «Vengo con i miei soci e ti faccio vedere io come tiri fuori i soldi». E ancora: «Io sono siciliano, sono già stato in carcere e non ho certo paura di finirci di nuovo e fare casino». Il 57enne è accusato anche di aver lasciato un biglietto a casa sua con un ulteriore avvertimento: «I miei soci verranno da te, prepara i soldi o la macchina». Dopo questo ultimo “invito” l’imprenditore aveva deciso di sporgere denuncia ai militari. Per la difesa non sussiste l’accusa di tentata estorsione. Al massimo si sarebbe trattato di un esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Sarà il giudice a stabilirlo.

 

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Corriere Adriatico