Ancona, aggressione fantasma sul taxi: «Mi ha rapinato». Giovane (poi assolto) finisce a giudizio per calunnia

Ancona, aggressione fantasma sul taxi: «Mi ha rapinato». Giovane finisce a giudizio per calunnia
ANCONA - Da vittima a imputato, infine assolto perché il fatto non sussiste. È la singolare parabola giudiziaria vissuta da un giovane falconarese, operaio del...

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ANCONA - Da vittima a imputato, infine assolto perché il fatto non sussiste. È la singolare parabola giudiziaria vissuta da un giovane falconarese, operaio del cantiere navale, che si è chiusa ieri dopo tre anni di denunce e colpi di scena. Ma resta irrisolto un giallo: chi lo ha picchiato la notte del 31 maggio 2020, quando è tornato a casa con un occhio tumefatto e senza il suo cellulare? La giustizia questo non lo ha chiarito e solo lui conosce la verità. 

 

Il racconto

Come sono andate le cose lo aveva raccontato ai carabinieri la notte stessa in cui, a suo dire, era stato aggredito e rapinato da un tassista. Erano le 4 di notte e, dopo una serata trascorsa nell’abitazione della ragazza che all’epoca frequentava, il 23enne aveva chiamato un taxi in via Martiri della Resistenza per farsi accompagnare a casa. Arrivato a destinazione, si era accorto di non avere con sé i soldi sufficienti per pagare il trasporto. «Gli ho detto che sarei salito un attimo a prenderli e glieli avrei portati subito, ma lui, forse pensando che lo stessi prendendo in giro, mi ha dato un pugno in faccia, mi ha rubato il cellulare e se n’è andato» aveva raccontato ai carabinieri che li avevano ascoltato all’ospedale di Torrette dopo la presunta rapina. 

La contro-denuncia

Ma la sua versione non ha convinto gli inquirenti, tanto che il caso è stato archiviato. E per tutta risposta, è partita una contro-denuncia a carico del 23enne per calunnia, dopo che il tassista ha ribaltato completamente le accuse: i carabinieri del Norm, infatti, hanno dato credito alla sua versione, secondo cui il giovane gli aveva consegnato spontaneamente il cellulare in pegno, in attesa di saldare in un secondo momento il servizio di trasporto notturno fino a casa.

E l’aggressione? «Io non l’ho nemmeno sfiorato», aveva garantito il tassista. Così è partita una seconda indagine, stavolta a carico del 23enne che ieri, difeso dall’avvocato Giuseppe Cutrona (nella foto sopra), nell’ambito del rito abbreviato, è stato assolto. Resta una domanda: chi mai l’ha picchiato in quell’assurda notte del 31 maggio di tre anni fa? 

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Corriere Adriatico