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ANCONA - L’aspetto religioso e della tradizione della Festa del Mare è andato in onda nella mattinata di ieri. Prima la Messa nel Duomo di san Ciriaco, poi la processione in mare con l’immagine della Madonna ed il lancio della corona d’alloro per tutti i caduti. Preceduta, prima della partenza, dalla contestazione di una trentina di extracomunitari che hanno esposto degli striscioni rivendicando più accoglienza.
L’omelia
Di fronte alle massime autorità cittadine (tra cui il sindaco Daniele Silvetti, il prefetto Darco Pellos ed il Questore Cesare Capocasa) Mons.
La tradizione
Poi la processione in mare, dal molo Rizzo, con le autorità presenti sul rimorchiatore Elisabeth, seguito da un grande numero di natanti, civili e militari. Dopo le preghiere ed invocazioni lanciate dal cappellano del porto don Dino Cecconi, il lancio di una corona d’alloro in memoria di tutti i caduti in mare. In avvio di manifestazione, dunque, la contestazione sui presenti diritti negati. Al riguardo il sindaco Silvetti ha ricordato come Ancona sia una città accogliente e lo ha dimostrato aprendo le porte a tanti profughi grazie al lavoro dei servizi sociali.
L’intervento
«Massima attenzione ai disperati, accogliere ma senza ideologie- ha proseguito -. E se qualcuno rimanda al mittente le nostre offerte di un tetto preferendo il cielo stellato non possiamo fare altro che prendere atto delle loro scelte, ma facendo rispettare le regole». Ad interloquire con i manifestanti, quindi con l’Ambasciata dei diritti, il questore Cesare Capocasa. Mentre il sindaco ha rimarcato un approccio di buonsenso «non ideologico e soprattutto pratico, sempre nel rispetto delle regole». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico