Ancona, il prefetto lancia l’appello: «Chi ha alloggi disponibili accolga i richiedenti asilo»

Ancona, il prefetto lancia l’appello: «Chi ha alloggi disponibili accolga i richiedenti asilo» (nella foto il prefetto Darco Pellos)
ANCONA- Mancano gli alloggi per dare una sistemazione a tutti i richiedenti asilo attualmente presenti sul territorio. Chi non riesce ad entrare nel progetto di protezione si vede...

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ANCONA- Mancano gli alloggi per dare una sistemazione a tutti i richiedenti asilo attualmente presenti sul territorio. Chi non riesce ad entrare nel progetto di protezione si vede costretto a finire in strada. Ecco perché continuano a moltiplicarsi i giacigli improvvisati alla ex Stazione marittima al porto e in altre parti della città.

 

L’esigenza primaria

La Prefettura lancia l’appello: «Ci rivolgiamo a tutti coloro che abbiano disponibilità di alloggi per la sistemazione di queste persone - afferma il Prefetto Darco Pellos -, anche strutture collettive che possano essere convenzionate». Si tratta di progetti finanziati dal Ministero dell’Interno che emette dei bandi a cui le strutture che ne fanno domanda viene concessa una convenzione che permette alle prefetture di dare seguito al percorso di accoglienza. Si va verso l’inverno. E i dormitori a cielo aperto restituiscono un’immagine feroce di una condizione inumana in cui versano decine di extracomunitari provenienti per lo più dall’Africa e dal Pakistan. «Quelli che dormono all’ex Stazione marittima sono circa una ventina di somali - spiega Remo Baldoni, presidente dell’associazione Servizio di Strada - mentre in giro per la città ci sono circa una quarantina di pakistani».

 

Serve aiuto

Al momento sono 195 i richiedenti asilo sistemati in città nelle strutture di competenza della Prefettura e 927 in tutta la provincia, compresi molti ucraini in fuga dalla guerra. «Ne compaiono sempre di più - continua il Prefetto -, ma noi stiamo cercando nuovi luoghi per poterli ospitare dignitosamente». Per poter entrare nel progetto di accoglienza, i richiedenti asilo devono in prima battuta recarsi negli appositi uffici della Questura per la registrazione. «Successivamente, una volta accolti nei centri, passano all’esame della commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale - spiega il Prefetto -. Poi, fintanto che gli eventuali ricorsi non sono definiti possono rimanere nelle strutture anche per un periodo pluriennale in attesa di definire la loro posizione».

A questo punto ci sono solamente due strade: «La procedura può concludersi con l’accoglimento dell’istanza per il rilascio del permesso di soggiorno, altrimenti devono tornare nel loro paese di origine», specifica Pellos. In prima linea, tutte le notti, ci sono i volontari del Servizio di Strada. Portano una bevanda calda, un po’ di conforto e soprattutto coperte. L’associazione si occupa di assistere tutte le persone che si trovano a dover dormire negli angoli della città: richiedenti asilo o senza fissa dimora. Due categorie che, invece, vengono seguite in maniera differente dalle istituzioni competenti. I primi rientrano nel raggio di competenza della Prefettura, mentre gli altri del Comune. Ma se l’amministrazione pubblica, al momento, riesce a soddisfare la domanda di assistenza da parte della categoria che afferisce ai servizi sociali comunali, discorso diverso è per i richiedenti asilo che sono molti di più rispetto ai posti disponibili.

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Corriere Adriatico