«Dovrebbe fare un passo indietro». Post contro Greta, la giornalista molestata, bufera sull'assessore comunale Polenta

Il post pubblicato dall'assessore Michele Polenta
ANCONA - Quattro righe su Facebook sono bastate per scatenare una bufera, accompagnate da un re-post: la foto di Luciano Moggi (ex general manager della Juventus) che in uno...

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ANCONA - Quattro righe su Facebook sono bastate per scatenare una bufera, accompagnate da un re-post: la foto di Luciano Moggi (ex general manager della Juventus) che in uno studio televisivo appoggia la mano sul fianco di Greta Beccaglia, la giornalista toscana che ha denunciato il chiaravallese Andrea Serrani per la manata sul fondoschiena ricevuta durante una diretta. 

 

 
«Nella vita si possono compiere delle azioni di cui poi ti penti, il problema è se ti capita di farlo con persone che non accettano le scuse esclusivamente per propria opportunità»: è il contenuto della riflessione a cui si è lasciato andare sui social l’assessore comunale all’Ambiente, Michele Polenta. Una critica rivolta alla giornalista che, dopo lo choc vissuto, ha preferito non incontrare il ristoratore di Chiaravalle, su cui è stata avviata un’indagine per violenza sessuale. Il post ha suscitato un vespaio di polemiche. «L’assessore minimizza quanto è successo alla giornalista molestata sessualmente in diretta Tv mentre faceva il suo lavoro - attacca Loretta Boni, portavoce di Aic -. Lo fa condividendo un altro post che ridicolizza la giornalista perché avrebbe già accettato in precedenza altri di questi “gesti”. Su quanto accaduto se ne sono dette e lette di tutti i colori: è solo una goliardata, è una bella donna che si mostra e dunque può capitare, ecc. Addirittura nel post l’assessore Polenta rimprovera la giornalista di non aver accettato le scuse del povero tifoso!». La Boni aggiunge: «Il 70% delle donne ha subito discriminazioni sul lavoro e una su due è stata oggetto di violenza, molestie o forme di controllo da parte del marito, del compagno o della famiglia. Lo scritto è vergognoso e ci sentiamo di stigmatizzarlo perché le istituzioni dovrebbero per prime emarginare pensieri di questo tipo, gravi sul piano culturale e ancora più gravi perché affermato da chi co-governa una città. Non ci basta una panchina rossa davanti al Palazzo del Popolo in piazza 24 maggio». 


Rispondendo ad altri messaggi, Polenta ha aggiunto, a proposito dell’inqualificabile atto compiuto da Serrani: «L’ha capita anche lui chiedendo umilmente scusa per il gesto indegno che ha fatto, una qualsiasi persona avrebbe fatto un passo indietro». Scatenando l’ira generale, non solo delle donne.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico