Movida cancellata al Porto antico, zero eventi. Il titolare del bar La Rotonda: «Troppi ostacoli, io me ne vado»

Ciò che resta del bar La Rotonda al porto antico
ANCONA - Movida annientata al Porto antico. Si profila un’estate senza eventi, dopo i fasti del passato: niente street food (Federico Pesciarelli ha già annunciato la...

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ANCONA - Movida annientata al Porto antico. Si profila un’estate senza eventi, dopo i fasti del passato: niente street food (Federico Pesciarelli ha già annunciato la rinuncia, non senza polemiche nei confronti del Comune) e probabilmente niente Banchina, dal momento che nulla è stato programmato, almeno fino a questo momento, dalla società che l’anno scorso ha animato l’area da 5.469 mq sul molo Rizzo, davanti all’arco di Traiano, in virtù di una concessione in vigore fino al settembre 2023. Oltretutto nessun privato si è fatto avanti per proporre iniziative, come ha ammesso l’assessore Ida Simonella, per conto dell’Autorità portuale, rispondendo a un’interrogazione urgente del consigliere comunale Francesco Rubini. 

 


Insomma, nessuno vuole il Porto antico. E infatti c’è chi scappa, come Nicola Carriero, per 25 anni alla guida del bar La Rotonda, per il quale è scaduta nel settembre scorso la concessione. «Avrei voluto rinnovarla, ma ero all’ospedale per un incidente e all’improvviso a Natale mi è stato ordinato dall’Autorità portuale lo sgombero» riferisce il commerciante che si sente tradito da false promesse, come ha scritto in un cartello affisso su ciò che resta del suo locale: un pergolato in abbandono, vandalizzato e preso d’assalto da sbandati. «Lì ci pernottano 2-3 stranieri: non avrei mai voluto che la mia struttura diventasse un rifugio per senzatetto», dice Carriero. L’Autorità portuale gli ha intimato più volte di sgomberare l’area.

«Mi piacerebbe farlo, ho una ditta pronta da tempo, peccato che non può mettere piede al porto per i cavilli del codice della navigazione: da un mese sta facendo le richieste per l’accesso, ma ancora niente». E intanto il degrado avanza. «Prima del lockdown, quando hanno demolito la struttura del bar, Comune e Autorità portuale mi avevano garantito che avrei potuto realizzare un ristorante con una terrazza - continua Carriero -. Non so quanto ho speso tra progetti e arredi già comprati. Prima mi hanno dato la concessione, poi me l’hanno tolta per il parere negativo della Soprintendenza». 


Ora l’imprenditore ha deciso di gettare la spugna. «Investire nel porto significa solo buttare via denaro. Non mi stupisce che non ci sia nessuno interessato ad organizzare eventi: ci sono troppi vincoli e divieti, non fanno passare più nemmeno le biciclette e gli skateboard. Basta, il porto con me ha chiuso». Carriero lascia Ancona, ma non il commercio. Ed è pronto a un’altra sfida: a giorni inaugurerà un nuovo bar, il “Puerto Rico”, sul lungomare di Porto Recanati. «Vado via a malincuore, ma devo farlo - allarga le braccia -: ad Ancona quando qualcosa funziona, si preferisce toglierla di mezzo». 

 

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Corriere Adriatico