ANCONA - Un’auto speronata sulla strada di Barcaglione, due uomini con il volto coperto, il pugno al volto, i tagli sul seno, i pantaloni squarciati con violenza e poi...
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È stata dimessa poche ore dopo essere entrata nel presidio sanitario di via Corridoni. Ieri mattina, è stata di nuovo ascoltata dai militari per formalizzare la denuncia per violenza sessuale di gruppo e cristallizzare quei momenti di terrore vissuti in trappola, al buio, in una strada isolata di campagna. Ogni particolare detto agli investigatori, coordinati dal pm Rosario Lioniello, sarà fondamentale per lo sviluppo delle indagini, portate avanti nel più stretto riserbo.
Secondo quanto raccontato dalla donna, sarebbe stata costretta a fermarsi con l’auto mentre procedeva sulla strada di Barcaglione. Due uomini con il volto coperto l’avrebbero tramortita con un pugno sul volto, per poi salire sulla sua auto e raggiungere una zona isolata. Qui, sarebbero andato in scena quello che la 41enne ha descritto come un abuso sessuale. Prima le avrebbero strappato i pantaloni, poi sarebbero passati a farle dei tagli sul seno con un taglierino. All’ospedale sono stati riscontrati anche delle lesioni alle mani, un segno probabilmente riconducibile alla lotta intrapresa dall’anconetana con i suoi due aguzzini per scappare alla violenza.
Non ci sarebbe stato un rapporto carnale completo. Prima che l’incubo terminasse, la donna ha riferito di aver sentito quelle parole di augurio. Un elemento che, se ritenuto attendibile dagli inquirenti, fa presupporre l’esistenza di un legame di conoscenza tra le parti. È per questo che gli inquirenti stanno passando al setaccio il passato della donna per cercare di risalire ai presunti molestatori. Al momento non risultano testimoni. Al vaglio dei carabinieri, la presenza di telecamere. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico