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ANCONA - Sospiro di sollievo per oltre mille famiglie che hanno rischiato di ritrovarsi senza pediatra di libera scelta, esuli dal medico andato in pensione e alle prese con i contratti a tempo determinato dei “sostituti”. La situazione di limbo è stata risolta lo scorso mese con la titolarità che hanno assunto due dottoresse: Cecilia Carini e Cecilia Proietti Pannunzi.
La prima è pienamente operativa dal 31 dicembre, la seconda dal 19 dicembre. Entrambe, che visitano ad Ancona, saranno in grado di accogliere nuovi bambini ma anche quel bacino di utenti rimasti senza pediatra dopo i pensionamenti dei dottori Andrea Lucchetti e Cesare Migliori.
Qualche problema, però, si è comunque avuto per un turnover “sudato” fino all’ultimo.
La burocrazia
Ancora Cicione: «Quando un medico va in pensione, ci sono dei tempi burocratici che vanno rispettati per cercare di sopperire il vuoto che potrebbe crearsi. Mancato preavviso agli utenti? Non direi, le famiglie sapevano benissimo che gli incarichi sarebbero terminati. Devono andare al front-office di qualsiasi città, non solo Ancona, per iscriversi e prendere il nuovo pediatra di libera scelta». Nel capoluogo tutto nella norma. Ma in provincia? «Mancano i pediatri sul territorio e negli ospedali. Siamo vittime di una pessima programmazione che è stata fatta negli anni precedenti. Purtroppo, soffriremo ancora per il prossimo biennio. Poi, per fortuna, le mancanze potrebbe venir meno perchè gli accessi alla specializzazione di Pediatria sono aumentati».
Allarme a Senigallia
Un rischio grosso rischia di correrlo Senigallia, a partire dal 16 gennaio: «Un pediatra - afferma Ciccione - ha vinto un concorso per lavorare in ospedale e 1.020 famiglie rischiano di trovarsi senza medico. È stato emesso un bando, a cui finora nessuno ha risposto. Non ci sono pediatri disponibili. Oggi (ieri, ndr) abbiamo provveduto ad emettere un nuovo avviso, speriamo che qualcuno possa rispondere alla chiamata». Ma il tempo corre e per trovare un nuovo camice bianco manca meno di una settimana. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico