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ANCONA - Un risarcimento da 2 milioni e 276mila euro. Secondo la sentenza emessa dal tribunale di Ancona è questa la cifra che l’Asur Marche dovrà versare a una famiglia di San Severino dopo una battaglia giudiziaria durata sei anni e incentrata sulle responsabilità mediche che hanno portato alla nascita, nel 2011, di un bambino totalmente invalido. La famiglia del minore, che oggi ha 11 anni ed è totalmente incapace di compiere anche le più basilari azioni quotidiane, ha ottenuto anche una rendita a vita di 6mila euro all’anno per provvedere alle cure. La causa è stata portata avanti dall’avvocato umbro Cristiana Olivieri.
I fatti
Stando alla ricostruzione emersa nelle fasi del procedimento, la vita del piccolo sarebbe stata compromessa dopo un parto particolarmente tribolato, avvenuto all’ospedale di San Severino.
In pratica, l’assenza di ossigeno al cervello avrebbe compromesso in maniera radicale lo status del bimbo, rendendolo invalido al 100%. Dopo la diagnosi, è iniziato il calvario della famiglia di San Severino. Ma i genitori del piccolo non hanno voluto intentare subito una causa legale. Il procedimento è iniziato, infatti, sei anni fa nelle aule del tribunale di Ancona. Nel corso della causa, l’Asur ha sempre negato il collegamento tra un eventuale errore medico e il danno patito dal bambino. Necessita di un’assistenza H24, è tetraplegico ed è alimentato artificialmente.
Le cifre
Nel risarcimento, il giudice ha riconosciuto sia il danno biologico (circa 1,8 milioni), che il danno per la compromessa capacità lavorativa (circa 600mila euro). Il vitalizio da 6mila euro all’anno servirà a coprire le spese per le cure e l’assistenza. Il piccolo già percepisce un indennità d’accompagnamento. La commissione dei periti ha visitato il bambino e valutato le sue condizioni. Si legge nella relazione: «È emerso inequivocabilmente che le alterazioni neuropsichiche e fisiche di cui è affetto il minore richiedono assistenza continuativa e le necessità del minore possono essere coperte dal SSN, ma è concretamente da attendersi che, sul piano squisitamente assistenziale, molto graverà sulla famiglia, essendo i servizi di territorio di sovente insufficiente a coprire la totalità delle esigenze e non in grado di offrire quanto realmente richiesto».
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Corriere Adriatico