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ANCONA - Battaglia vinta. Ad appena tre giorni dalla firma della determina che stabiliva la sospensione dal servizio di altri sei sanitari no vax, gli Ospedali Riuniti passano indenni attraverso le forche caudine giudiziarie. Il Tribunale di Ancona, sezione lavoro, non intende far scivolare i vertici della struttura regionale di via Conca sul terreno sdrucciolevole della gestione di coloro che, pur operando nelle trincee sanitarie, hanno espresso la volontà di non arginare i rigurgiti pandemici con il vaccino.
La sentenza emessa ieri è lapidaria: non c’è stata alcuna omissione dell’informativa sindacale dell’azienda ospedaliera nell’applicare il precetto fissato dal decreto legge 44 - interruzione dell’attività lavorativa - a chi non intende passare per le vie della profilassi. È stato respinto il ricorso presentato dai sindacati Laisa e Nursing Up che contestavano all’azienda la violazione dell’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori per condotta antisindacale in relazione alla presunta omessa informativa sindacale. Il nodo del contendere: una mancata trasmissione degli atti. Antonello Maraldo, da direttore amministrativo qual è, riordina le caselle di priorità e certezze. «Premetto che in materia di sicurezza sul lavoro l’informativa non è obbligatoria, e malgrado ciò l’abbiamo fatto. Il giudice ha ritenuto corretto il nostro operato, ha pronunciato anche il difetto di legittimazione attiva del sindacato Laisa». Per intenderci, è quello guidato dall’infermiere no vax Enzo Palladino, sospeso dall’incarico, «che non ha rappresentatività su scala nazionale e che, come riportato dal decreto del giudice, raggiunge appena la soglia dello 0,02%».
La materia è scivolosa, Maraldo entra nelle pieghe più insidiose: «L’accertamento di un comportamento antisindacale - ricorda - può in alcuni casi degenerare in conseguenze penalmente rilevanti». Nulla di fatto. A ribadire la piena legittimità dell’azione aziendale, c’è anche «la condanna totale alle spese di lite a carico delle due sigle sindacali». Il direttore si fa voce comune: «La direzione esprime soddisfazione per la conferma ottenuta dal giudice: da noi il sistema di relazioni sindacali è sempre stato improntato a principi di correttezza». Riafferma, facendosi forte della sentenza, quel «sempre».
Nell’ingranaggio della legge 76, che recepisce il decreto 44 dello scorso aprile - obbligo vaccinale per chi opera, a vario titolo, nelle trincee sanitarie - nella galassia degli Ospedali Riuniti sono finiti finora in 15, tra infermieri, operatori socio-sanitari, ausiliari e un solo medico.
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Corriere Adriatico