L'ospedale soffoca, stop agli interventi in Cardiochirurgia e Pronto soccorso in apnea: si allungano le liste d'attesa

Il Pronto soccorso di Torrette è in grave difficoltà
ANCONA - Il plateau sarà pure vicino, ma questi sono giorni drammatici per Torrette. Il Pronto soccorso è al collasso e la Cardiochirurgia è in panne: ieri...

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ANCONA - Il plateau sarà pure vicino, ma questi sono giorni drammatici per Torrette. Il Pronto soccorso è al collasso e la Cardiochirurgia è in panne: ieri non ha operato. I 6 interventi programmati sono stati rinviati perché sono liberi solo 2 posti di terapia intensiva, già ridotti da 14 a 10, e una buona fetta di anestesisti e infermieri sono stati dirottati nei reparti Covid. Viene garantita soltanto l’urgenza, mentre l’attività cardiochirurgica elettiva subisce slittamenti e le liste d’attesa si allungano in modo preoccupante. 

 

 
La Direzione degli Ospedali Riuniti sottolinea che «il piano pandemico regionale è equilibrato ed è finalizzato a tutelare la salute di tutti i cittadini: il problema di fondo è che i Governi nazionali hanno finanziato nuovi posti letto di rianimazione, ma non il personale necessario per gestirli». Insomma, la coperta è corta. «Non ci piangiamo addosso, lavoriamo per accogliere tutti i pazienti, pur nella complessità del momento». Certo il cut-off dovrà fermarsi perché specialità esclusive di Torrette, come la Chirurgia vascolare, la Cardiochirurgia, la Neurochirurgia, la Chirurgia toracica e oncologica, punti di riferimento per l’intera regione e non solo, stanno andando in sofferenza. L’emergenza è già assoluta al Pronto soccorso, scandita da quasi 200 accessi nella sola giornata di ieri, con una percentuale elevata di sospetti Covid.

Allo step delle 10 erano 8 i positivi accertati, 6 dei quali in attesa di ricovero. L’area rossa dell’Obi è stata ampliata (da 5 a 10 postazioni), ma i reparti sono al limite della capienza: ieri sera 90 posti-letto Covid su 95 fra Torrette e Salesi erano occupati e - questo è l’aspetto più allarmante - è molto complesso dimettere i pazienti (provenienti da tutte le Marche) perché le altre strutture del territorio fanno difficoltà ad accoglierli. Inevitabili, dunque, le ricadute sulle terapie intensive ordinarie e sull’attività non legata al Covid. 


Nonostante la carenza di personale, l’Azienda Ospedali Riuniti ha deciso di modificare parzialmente il provvedimento di blocco delle ferie (datato 5 gennaio) per il personale medico, infermieristico, ostetrico, oss e ausiliario: saranno i direttori e i coordinatori delle varie Sod «a procedere alla concessione delle ferie, qualora una valutazione ponderata delle necessità aziendali di gestione della pandemia lo dovesse consentire», ha comunicato l’Azienda che oggi incontrerà i sindacati in proposito. Fp Cgil intanto lancia l’allarme: «I lavoratori degli Ospedali Riuniti sono allo stremo, l’organico è ridotto all’osso e non si è provveduto a un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico