Ancona, Ex Lancisi, operaio morto d’amianto: maxi risarcimento, ai familiari 800mila euro da Asur e Regione

Ex Lancisi, operaio morto d’amianto: maxi risarcimento, ai familiari 800mila euro da Asur e Regione
ANCONA - Un risarcimento da 820mila euro. È la somma che il giudice civile ha riconosciuto a moglie e figli di un anconetano morto nel 2017 a causa del mesotelioma...

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ANCONA - Un risarcimento da 820mila euro. È la somma che il giudice civile ha riconosciuto a moglie e figli di un anconetano morto nel 2017 a causa del mesotelioma pleurico, malattia strettamente connessa all’esposizione all’amianto. L’uomo è spirato a 81 anni. Il contatto con le fibre killer sarebbe avvenuto all’interno dell’ex cardiologico Lancisi, dove aveva lavorato dal 1982 al 1986 nel sezione lavanderia. Qui avrebbe respirato le polveri provenienti, per esempio, dalle assi da stiro e dal mangano.

 

La bonifica

Negli anni Novanta, una volta scoperta la pericolosità delle fibre e la loro formazione, era poi scattata la bonifica delle parti contaminate, non solo all’ex Lancisi ma in tutti i siti nazionali potenzialmente a rischio. Per il giudice, a pagare il risarcimento dovranno essere in solido l’Asur Marche e la Regione. In riferimento all’amianto, ci sono altre tre cause che sono state definite recentemente, sempre dalla sezione civile del tribunale di Ancona. Un caso riguarda la morte di un manovratore anconetano di Rfi, deceduto a 88 anni nel 2014 per un mesotelioma. La Rete ferroviaria italiana è stata chiamata a risarcire i familiari dell’uomo con una somma che si aggira attorno al milione di euro. Come manovratore aveva operato sui treni dal 1962 al 1986: proprio sui convogli avrebbe respirato l’amianto, soprattutto le polveri sprigionate dai ferodi dei freni. Due procedimenti, infine, hanno riguardato altrettanti operai della Fincantieri. Uno, di Senigallia, ha trovato la morte nel 2020 a 76 anni per un mesotelioma. Dal 1968 al 1994 si era alternato tra l’addetto alla pulizia e autista trasportatore. Lavori che lo avrebbero portato a contatto con le fibre. Ai familiari andrà circa un milione di euro. Un milione e 200mila euro la cifra riconosciuta agli eredi di un ex gruista e addetto ai lavori ausiliari del cantiere. Il decesso, avvenuto nel 2014 a 69 anni, è riconducibile a un carcinoma. Tutte e quattro le cause risarcitorie sono state incardinate per conto dei familiari delle vittime dagli avvocati Rodolfo e Ludovico Berti.

 

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Corriere Adriatico