Ancona, abusi sui due figli della compagna. L’orco in casa: patrigno sott’accusa

Abusi sui due figli della compagna. L’orco in casa: patrigno sott’accusa
ANCONA  - Attenzioni morbose, carezze proibite. L’orco in casa. Per quasi due anni avrebbe approfittato della loro innocenza per avvicinare e abusare dei figli della...

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ANCONA  - Attenzioni morbose, carezze proibite. L’orco in casa. Per quasi due anni avrebbe approfittato della loro innocenza per avvicinare e abusare dei figli della sua compagna. Erano poco più che bambini, di 11 e 13 anni. Solo raggiunta l’età adolescenziale hanno davvero realizzato l’incubo vissuto e preso consapevolezza delle presunte condotte lascive del loro patrigno. E hanno trovato il coraggio di denunciarlo alle forze dell’ordine. 

 

Le indagini 


L’accusa, nei confronti dell’uomo, è pesantissima: atti sessuali con minori di 14 anni. Ieri nel tribunale dorico le vittime, fratello e sorella non ancora maggiorenni, sono stati ascoltati dal giudice per le indagini preliminari nell’ambito dell’incidente probatorio avvenuto in modalità di audizione protetta, all’interno dell’aula riservata alle vittime vulnerabili, lontano da tutti, per ricevere una tutela privilegiata. 

Lo psicologo


Assistiti da uno psicologo, hanno ripercorso l’inferno vissuto nell’arco di circa due anni, nei quali sarebbero stati ripetutamente avvicinati dal compagno della loro madre nei momenti in cui restavano da soli con lui. I presunti abusi si sarebbero consumati dal 2019 in poi, quando il ragazzino e la sua sorellina - ora assistiti da una tutrice - sarebbero stati avvicinati più volte dal patrigno che, approfittando del rapporto di fiducia e della relazione con la loro madre, li avrebbe fatti oggetto delle proprie attenzioni licenziose, costringendoli a subire palpeggiamenti e carezze hard. 


Loro erano ancora troppo piccoli per capire, per ribellarsi, per parlare. L’avrebbero fatto solo quando hanno assunto piena consapevolezza degli abusi che per lungo tempo avrebbero subito da parte dell’uomo di cui si fidavano. E a quel punto hanno deciso di togliersi quello che era diventato un peso insopportabile, aprendosi agli investigatori e confidando il dolore della loro gioventù violata. Lo stesso che, con tutta la cautela e la delicatezza del caso, sono stati invitati a descrivere ieri agli inquirenti nell’ambito dell’incidente probatorio per ripercorrere e confermare gli abusi.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico