Ancona, le opere d'arte nella villa i carabinieri scovano casa-museo

Uno dei reperti rinvenuti
ANCONA - L’inconsapevole custode dell’arte si è mosso dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Ha rastrellato tesori da chiese e palazzi storici...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ANCONA - L’inconsapevole custode dell’arte si è mosso dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Ha rastrellato tesori da chiese e palazzi storici sventrati dalle incursioni nel cielo di Ancona. I cacciabombardieri dell’USAAF il 1 novembre 1943 prima attaccarono il porto e poi sganciarono 120 bombe dirompenti sui rioni Porto, San Pietro e Centro. Oltre millecinquecento persone persero la vita e interi rioni divennero irriconoscibili. Anche il Duomo fu colpito, nel suo lato sinistro. Portali di edifici sacri e stemmi nobiliari sono solo alcune delle testimonianze d’arte recuperate dalle macerie degli edifici che li contenevano dal proprietario di una villetta costruita proprio dopo l’ultima guerra e trasformata in un museo fai-da-te. Quella residenza è stata localizzata dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Ancona, guidati dal maggiore Carmelo Grasso, dopo un’attività investigativa prolungata e affascinante, che è tuttora in corso. La villa è uno scrigno che contiene parecchi beni custoditi in chiese e palazzi nobiliari, diventati elementi strutturali dell’abitazione. Il cacciatore d’arte oltre 70 anni fa ne dovette girare tanti di edifici in parte sbriciolati. L’istinto che lo attraeva verso le espressioni del talento artistico, la passione del collezionismo archeologico, furono fondamentali per salvare pezzi che rischiavano di andare irrimediabilmente perduti. 
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico