Operazione al cervello su un paziente sveglio

Operazione al cervello su un paziente sveglio
ANCONA - Interventi al cervello di pazienti svegli e coscienti. È la rivoluzionaria tecnica operatoria dell'Awake Surgery, chirurgia da sveglio, introdotta da circa un anno...

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ANCONA - Interventi al cervello di pazienti svegli e coscienti. È la rivoluzionaria tecnica operatoria dell'Awake Surgery, chirurgia da sveglio, introdotta da circa un anno al reparto di neurochirurgia dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona. Si tratta della modalità attualmente più avanzata per intervenire sui tumori cerebrali a bassa malignità (gliomi), quelli che hanno un lento accrescimento e che rappresentano il quaranta per cento dei tumori cerebrali primitivi. Il paziente rimane sveglio durante l'intervento di rimozione dei tessuti neoplastici, interagendo attivamente con l'intera equipe che affianca il neurochirurgo e "guidando" quest'ultimo mentre procede all'asportazione del tumore.

"L'Awake Surgery è modello di come si lavora in equipe e di come il paziente venga messo al centro, lasciando ad esso la possibilità di trasmettere segnali", ha commentato durante la conferenza stampa di ieri a Torrette il direttore sanitario Nadia Storti. "Interdisciplinarietà è la nuova parola d'ordine della medicina", ha rimarcato il direttore generale Paolo Galassi, aggiungendo inoltre che essa andrebbe "estesa ad ogni settore".
A raccontare più nel dettaglio metodologia e vantaggi dell'Awake Surgery, ci hanno pensato il dottor Massimo Bernardini ed il dottor Riccardo Antonio Ricciuti, rispettivamente direttore e dirigente medico della Divisione di Neurochirurgia. "Interventi con altri approcci - ha spiegato il Bernardini - potrebbero avere gravi esiti invalidanti, apportando lesioni che condizionerebbero la qualità della vita del paziente". Come ha precisato il dottor Ricciuti, nel sistema nervoso non esistono aree inutili, che non funzionano, ma "alcune zone del cervello sono deputate alle funzioni del linguaggio e del movimento". Ed i tumori che si vanno a rimuovere con questa tecnica sono proprio quelli che intaccano le cosiddette zone primarie del cervello, deputate appunto all'attività linguistica e motoria. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico