ANCONA - Tra quattro mesi Giuseppe e Simone Santoleri finiranno davanti ai giudici della Corte d’Assise per l’omicidio di Renata Rapposelli. In aula compariranno il 16...
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Per gli imputati, in carcere da marzo dopo la misura di custodia cautelare firmata dal gip anconetano, sono due le accuse: omicidio aggravato e distruzione di cadavere. Da parte degli avvocati difensori Alessandro Angelozzi, Gianluca Reitano e Gianluca Carradori è già stata espressa l’intenzione di non procedere con riti alternativi. Dunque, si giocherà tutto a dibattimento.
Stando a quanto raccolto dagli investigatori, la pittrice – che abitava in via della Pescheria in una casa concessa dal Comune di Ancona - sarebbe morta nel primo pomeriggio del 9 ottobre, poco dopo il suo arrivo a Giulianova nella casa di via Galilei abitata dai Santoleri. Il delitto sarebbe avvenuto al culmine di una violenta lite originato da motivi economici e dalla pretesa di Reny di ottenere circa 2mila euro di arretrati di mantenimento dall’ex marito. «Simone – si legge nel decreto di giudizio immediato – la afferrava al collo stringendo con violenza, contestualmente tappandole la bocca impedendole di respirare e trascinando la povera donna sul divano della zona giorno, ove continuava l’azione di strangolamento e asfissia, coadiuvato da Santoleri Giuseppe che teneva fermi i piedi della donna, così cagionando la morte della Rapposelli». Il cadavere era stato poi nascosto nel bagagliaio della Fiat 600 di Simone. Il 12 ottobre il viaggio verso Tolentino e il corpo lanciato lungo la scarpata, poi ritrovato casualmente un mese dopo da un operaio. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico