Odissea per pedoni, disabili in carrozzina e mamme con il passeggino. Ecco il tour nel centro ad ostacoli

Odissea per pedoni, disabili in carrozzina e mamme con il passeggino. Ecco il tour nel centro ad ostacoli
ANCONA  - Marciapiedi con rampe inesistenti, tratti di strada martoriati da buche e avvallamenti, negozi con gradini troppo alti. E dove le barriere architettoniche vengono...

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ANCONA  - Marciapiedi con rampe inesistenti, tratti di strada martoriati da buche e avvallamenti, negozi con gradini troppo alti. E dove le barriere architettoniche vengono meno, ecco l’ostacolo condito di inciviltà: la sosta selvaggia. Quella portata da auto e motorini che impediscono il passaggio a disabili in carrozzina, a mamme alle prese con i passeggini o, più genericamente, a chi ha problemi visivi o motori.

 

Mentre il cantiere di piazza Cavour che dovrà portare all’eliminazione degli ostacoli che solitamente incontrano i disabili nel loro cammino, siamo stati protagonisti di un tour nel cuore della città per vedere se e dove esistono criticità. 


Ebbene, in alcuni punti la situazione non è per nulla rassicurante. Si pensi, ad esempio, al marciapiede di corso Amendola, lato ex Umberto I. Arrivati al confine con Largo Cappelli è praticamente impossibile proseguire, tanto è sconnessa la pavimentazione. Le piastrelle non ci sono più, così come il bordo del marciapiede. Un tetris di ostacoli, caratterizzato anche dallo spessissimo coperchio di una botola. Scendere è difficoltoso per i pedoni, figuriamoci per chi è costretto in carrozzina. Difficoltà si trovano anche tra via Cardeto, via Indipendenza e via Goito: la criticità più grande è rappresentata dai gradini che costellano i marciapiedi.

Un disabile o una mamma con passeggino, sono costretti il più delle volte a passare lungo la strada, dove sfrecciano i veicoli. Sempre che siano presenti le rampe per scendere e accedere all’asfalto. Perché non è così scontato trovare gli scivoli ai bordi dei marciapiedi, dotati spesso di cornicioni troppo alti da valicare. Il paradosso è rappresentato da alcuni attraversamenti pedonali. Se la rampa esiste da una parte della strada (a patto che non sia ostruita dalla sosta selvaggia), poi non c’è da quell’altra.


Dunque ci si trova costretti ad attraversare in un altro punto, oppure percorrere un tratto d’asfalto (a volte anche piuttosto corposo) fino all’auspicato ritrovamento di una rampa con cui poter risalire sul marciapiede. Alcuni esempi? Sono sotto gli occhi di tutti: uno è rappresentato dall’attraversamento semaforico, con tanto di strisce pedonali, di via San Martino. Se si arriva dalla scalinata di via Montebello e si vuole attraversare in direzione di piazza Pertini, bisogna cambiare strada. Perché se da una parte (via San Martino) si scende e sale comodamente, il marciapiede della piazza è invece troppo alto.

Bordi spessi e con l’impossibilità per una carrozzina di affrontarli ci sono anche in via Matteotti (all’altezza di via Cardeto), corso Stamira (attraversamento semaforico che incrocia via Marsala) e via XXIX Settembre. In quest’ultimo caso si tratta dell’attraversamento pedonale temporaneo, a causa del cantiere, a pochi passi dalla statua di Traiano. Qui, da una parte la salita/discesa è fattibile ma dall’altra no perché non ci sono rampe. E se si scende dal marciapiede per andare sull’asfalto? Occhio alle buche e ai dissesti che spesso caratterizzano il manto stradale. 

 

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Corriere Adriatico