ANCONA - Il lince corazzato pesa circa 7 tonnellate, ma è scattante e adatto ad ogni tipo di emergenza. Il mezzo superblindato, utilizzato per le missioni all'estero,...
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Uomini e mezzi dell'Esercito sono dislocati in cinque luoghi "caldi" per combattere la criminalità e sventare potenziali minacce terroristiche, in tempi in cui il fanatismo dell'Isis fa paura in tutto il mondo. Porto e aeroporto sono presidiati giorno e notte. Il piazzale della cattedrale di San Ciriaco e la sinagoga di via Astagno, invece, sono costantemente pattugliati tra le 7 del mattino e le 19. Monitoraggio h 24 alla Basilica di Loreto, considerata uno dei punti sensibili più a rischio dell'intera regione, visto il suo alto valore simbolico e religioso. La minaccia più temuta, infatti, arriva sempre dall'Oriente, dopo che l'allerta terrorismo è schizzata ai massimi livelli in tutta Europa. Di qui la necessità di rafforzare i controlli nelle zone di frontiera, in concorso e a supporto delle forze di polizia.
Le ispezioni sono rigorose su qualunque individuo sospetto, specie se proviene dall'estero: è la raccomandazione che arriva dai Ministeri dell'Interno e della Difesa nella consapevolezza che il capoluogo dorico, uno dei principali scali del Mediterraneo, rappresenta una "porta" privilegiata verso l'Oriente, dunque anche uno snodo fondamentale per le rotte del terrorismo. Decine i controlli che quotidianamente vengono effettuati dai militari dell'Esercito, investiti della qualifica di agenti di pubblica sicurezza dalla legge 152/75 che li autorizza a identificare gli individui sospetti, in particolare nordafricani ed extracomunitari, e perquisirli sul posto. Con Questura e carabinieri c'è un contatto radio diretto, per rendere quanto più rapida ed efficace l'interrogazione della banca dati.
I 55 militari in servizio nel capoluogo, angeli custodi della sicurezza cittadina, fanno parte del raggruppamento Emilia Romagna-Marche, comandato dal colonnello Michele Strippoli con base al 121° reggimento di Bologna, ma arrivano tutti dal 5° reggimento Superga di Portogruaro. Percorrono oltre duemila chilometri al mese su mezzi tattici o blindati, a seconda delle esigenze dettate dagli obiettivi sensibili e dagli spazi. Sono professionisti altamente qualificati, con numerose missioni alle spalle come l'Afghanistan, il Kosovo e l'Albania. Provengono da un percorso di addestramento specifico, della durata di un mese, vengono periodicamente sottoposti a corsi di aggiornamento che vertono su più aspetti, incluso il controllo della folla, il maneggio delle armi, l'autodifesa, le procedure di identificazione e perquisizione, nonché elementi giuridici collegati alla loro attività. Il loro è un equipaggiamento "estremo": fucile automatico, Beretta di servizio, maschera antigas per la protezione da eventuali attacchi nucleari, biologici e chimici. Intuito ed esperienza sono alla base dell'attività di prevenzione dell'Esercito, per un capoluogo mai così blindato. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico